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Home Inchieste Interviste Dall’emergenza ai silenzi: Lisei (FdI) “La Commissione Covid lavora per verità e giustizia, senza pregiudizi”

Dall’emergenza ai silenzi: Lisei (FdI) “La Commissione Covid lavora per verità e giustizia, senza pregiudizi”

Il Senatore Marco Lisei è il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19, e guida uno dei lavori più delicati e attesi del panorama politico-istituzionale italiano. 

La Commissione è stata istituita con un mandato chiaro: ricostruire con rigore e trasparenza decisioni, errori, responsabilità e criticità nella gestione della pandemia.

Ma cosa è realmente successo nei momenti più drammatici di quei mesi? Chi ha deciso cosa? Con quali criteri? Si poteva fare di più e meglio nella gestione dell’emergenza sanitaria? Perché alcune scelte – dai lockdown ai vaccini, dalla scuola alla comunicazione istituzionale – non solo sono state così divisive, ma ancor oggi hanno lasciato spaccata la società civile?

Sono domande che molti cittadini continuano a porsi, chiedendo verità e chiarezza non solo per guardare al passato, ma anche per evitare che gli stessi errori possano ripetersi in futuro.

Il Senatore Marco Lisei con il Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni

A che punto è l’inchiesta parlamentare? Quali verità stanno emergendo? E cosa possiamo aspettarci dal lavoro della Commissione? Ne abbiamo parlato con il Presidente della Commissione il Senatore Marco Lisei.

Presidente, partiamo dall’impostazione generale: con quale metodo e con quali priorità state lavorando in Commissione per ricostruire quei mesi drammatici?

Stiamo cercando di recuperare, la commissione parlamentare è partita in ritardo a causa dell’ostruzionismo delle opposizioni. La priorità è quindi recuperare il tempo perso per cercare di assolvere a tutti i compiti d’indagine che prevede la legge istitutiva. Siamo l’unica commissione bicamerale che si riunisce più volte a settimana. Ovviamente stiamo cercando anche di fare un grande lavoro di approfondimento e di rigore scientifico, dando voce a tutti.

Ci sono già elementi o aree — sanitarie, politiche, istituzionali — che secondo voi meritano particolare attenzione o che evidenziano errori o mancanze evidenti?

Tutte le fasi della pandemia meritano grande attenzione, ora stiamo approfondendo la reazione dello Stato nella prima fase della pandemia, in particolare l’assenza di un piano pandemico aggiornato e la mancata adozione di quello del 2006. Su questo tema ci sono stati diversi procedimenti penali e c’è tanto materiale da approfondire per comprendere se le decisioni siano state guidate da una logica scientifica o furono, come le definì l’allora consigliere specifico del ministro Speranza, Walter Ricciardi, provvedimenti di “cieca disperazione”.

Senatore, uno dei temi più delicati e controversi riguarda senza dubbio la gestione dei vaccini e dei protocolli terapeutici adottati durante la pandemia, a partire dal famigerato “tachipirina e vigile attesa”. Su questo punto, cosa intende fare concretamente la Commissione?

Nel corso del tempo sono stati manifestati moltissimi dubbi sull’utilità della raccomandazione della “tachipirina e vigile attesa”, in merito la commissione dopo alcune audizioni ha devoluto ad un consulente specializzato, la dott.ssa Amato, un quesito specifico di cui attendiamo l’esito. La dott.ssa Simonetta Amato è professoressa di Igiene all’Università di Tor Vergata, ha più specializzazioni in Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina Interna e Preventiva e un Master in Risk management.

Approfondirete le modalità di approvvigionamento dei vaccini, gli obblighi imposti ai cittadini, l’utilizzo del green pass e soprattutto i DPCM che hanno inciso pesantemente sulle libertà individuali e, secondo molti esperti giuridici, violato i principi della nostra Costituzione? E ancora: qual è il pensiero della Commissione riguardo il fatto che — già all’epoca dei fatti — esistevano studi scientifici alternativi, cure precoci e dati che sono stati ignorati e nascosti dal CTS? È intenzione della Commissione fare piena luce anche su questo capitolo che tocca direttamente la salute, i diritti e la libertà dei cittadini?

Su questo tema esiste già una pronuncia della Suprema Corte che è invalicabile dalla commissione. Quello che analizzeremo e valuteremo è l’efficacia di queste misure. Esistono molti dubbi su come sono state adottate le restrizioni e sulla circostanza che dovessero essere più chirurgiche e più tempestive. 

Senatore Lisei, ma i cittadini sanno che siamo ancora tecnicamente in emergenza pandemica fino a fine 2025, perché né questo Governo, né il Ministro Schillaci dichiarano la fine dell’emergenza e così in questa modalità si possono continuare a scavalcare tutti i vari protocolli e fare ogni tipo di approvazione ad esempio con nuovi farmaci?

Non mi risulta che in questa fase ci sia alcuna emergenza pandemica. Il Ministero sta ultimando il piano pandemico, uno strumento indispensabile ad affrontare future pandemie.

La comunicazione istituzionale durante la pandemia è stata spesso al centro di polemiche: bollettini/report dei dati giornalieri dei vaccinati, positivi/negativi/deceduti, sarebbe possibile oggi fare gli stessi lanci mediatici, ad esempio, con il numero giornaliero delle morti improvvise suddivise per fasce d’età, con l’aggiornamento dei nuovi casi di danneggiati e le loro patologie? Relativamente ai danni collaterali da vaccino non sarebbe utile ricostruire partendo dal numero del lotto, il nome del produttore così che altri cittadini possano farsi prescrivere subito degli esami specifici?

La comunicazione istituzionale è stato uno dei punti più criticati da tutti gli auditi che abbiamo sentito sino ad ora, dai professori Garattini a Vespignani hanno evidenziato come la comunicazione sia stata del tutto inadeguata. Aggiungo che i piani pandemici, anche quello del 2006, prevedono sulla comunicazione delle misure precise.

Un tema molto sentito riguarda non solo la ricerca della verità, ma anche la giustizia e il sostegno concreto per chi ha pagato il prezzo più alto della pandemia: penso alle famiglie delle vittime, ai danneggiati da cure o vaccini, ma anche a chi oggi convive con problemi di salute legati a quei protocolli. La Commissione intende avanzare proposte o indicare misure specifiche di assistenza sanitaria o di indennizzo per queste persone?

I lavori della commissione sono proprio partiti dall’audizione dei familiari delle vittime come segno di rispetto. Sui danni da vaccino questo governo ha mantenuto gli indennizzi e sta cercando di favorire l’accesso ai risarcimenti. Credo però che la vera svolta potrebbe essere individuare delle responsabilità e quindi dei risarcimenti direttamente delle case farmaceutiche: hanno guadagnato milioni e devono anche assumersi la responsabilità degli eventuali effetti avversi.

Senatore, lei, come tutti noi, ha vissuto quei mesi anche come cittadino, come padre, come uomo prima che come politico, e sa che questa Commissione ha anche un grande valore simbolico: quello di cercare di ricucire un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni, ma c’è un’immagine, un errore o una lezione di quei giorni che ancora oggi le rimane più impressa e che la guida nel lavoro in Commissione alla ricerca della verità e giustizia? 

La sola esistenza della commissione, fortemente voluta dalla maggioranza e da Fratelli d’Italia è già un grande successo, vedo che la sola esistenza della commissione sta cambiando la narrativa anche di chi ha sempre avuto un approccio dogmatico nell’affermare che tutto era andato bene. Senza fare processi è importante rivedere tutti i processi decisionali per far sì che in futuro la nostra nazione sia più preparata. Per questo stiamo lavorando pervicacemente a trovare la verità, ripristinare la verità è anche rendere giustizia.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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