Siamo proprio sicuri che nel nostro paese non esistano biolaboratori specializzati in qualche materia per la quale possiamo dormire sonni tranquilli e che dietro il sigillo del segreto dei segreti, ci siano accordi trasparenti e corretti?
Oppure stiamo vivendo in un’epoca di oligarchia tecno-finanziaria-sanitaria che presa dal profitto capitalistico, sta cercando di espropriare anche le libertà civili?
Uno di questi soggetti parrebbe essere proprio Bill Gates, il famoso miliardario filantropo benefattore dell’umanità, che poi a quale “beneficienza” faccia riferimento, ci sembra più fitta della nebbia padana, ma fatto sta che, ancora una volta in Italia fa parlare di sé.
Non solo per i suoi acquisti immobiliari, ma per una vicenda che ha dei contorni, quanto meno “insoliti”.
Nei giorni scorsi, si è venuti a conoscenza che in Italia, precisamente nella città di Trieste, ci sarebbe un laboratorio per l’ingegneria genetica e la biotecnologia che ha ricevuto dal governo italiano, la piena immunità e inviolabilità del centro.
Parliamo della ICGEB nata nel 1983 su di un progetto delle Nazioni Unite che oggi riunisce 65 stati membri nel mondo con laboratori sparsi qua e là e che oggi, è partner strategico dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Tra i vari partners vi è la presenza della Bill and Melinda Gates Foundation, della New England BioLabs Inc. (attiva in varie ricerche in campo biotecnologico) e di Genethon, azienda che si autocelebra quale: “leader nel campo della terapia genica”.
Inoltre ICGEB, può contare anche su vari enti di beneficenza, Sun Pharma, EMBO, Joint Research Centre della Commissione europea, insomma una bella squadra di sostenitori economici e politici.
Smuovendo il sistema cerebrale una semplice domanda non può non levarsi in coro unanime, perché un’azienda laboratorio, tra l’altro con sede nella zona franca di Trieste quindi ciao ciao alle tasse, collegata a Gates & Co, alle Nazioni Unite, probabilmente anche all’OMS, deve avere la più totale immunità?
Ma soprattutto cosa ci sperimentano o fanno là dentro tanto da avere come promotore dell’accordo, il grande attuale genio politico “giggino”?
Perché è stato proprio lui a presentare l’accordo, sottoscritto l’anno scorso da Manlio Di Stefano il cui esame in aula è stato fatto il 5 maggio 2022 e approvato con Legge 19 maggio 2022, n 66: Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e, alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto Roma il 21 giugno 2021”.
Sostanzialmente il governo ha fatto un accordo in cui si impegna a versare 10 milioni di euro annui per sostenere il centro, garantendo loro di maneggiare soldi e dati a piacimento, rendendolo esente non solo dal dare comunicazioni circa le sperimentazioni, ma garantendo immunità totale per tutti i dipendenti e loro familiari, ma come sopra detto, anche da ogni qualsivoglia imposta.
Come mai in questo paese tutto questo passa inosservato ai media nazionali, quelli dei bonifici pubblici da 600 milioni anno a carico dei contribuenti, un po’ “bizzarro” possiamo dire.
Meno male che nel parlamento abbiamo ancora qualche rappresentante con neuroni come On. Sara Cunial che, facendoli lavorare, sta predisponendo un’interrogazione così, anziché fare accordi tra “giggino” e una società di cui si vede la presenza di Bill, magari si prova a far usare quello strumento democratico che sarebbe il parlamento, per spiegare come tali atti sia possibile farli, nel “silenzio” più totale verso i cittadini.
Perché “giggino” si è tanto dato da fare per creare una sorta di Stato nello Stato, concedendo uno status speciale che permette a ICGEB, di godere di immunità e inviolabilità, oltre a diritti e privilegi, escludendo lo Stato italiano da ogni possibilità di controllo e supervisione delle attività svolte dal biolaboratorio di Trieste. Già, perché?
Ma tutto questo è normale? Saremo complottisti? Poco avveduti? No, non lo pensiamo, anzi siamo convinti che il nostro ruolo sia quello di informare dando realtà a fatti di cui veniamo a conoscenza, soprattutto, quando spunta questo “zio Bill d’America” senza nessuna esperienza o attinenza di esperto in campo medico e scientifico.
Lui ormai è diventato un dominus nelle conversazioni planetarie pandemiche, conosce in anteprima i virus e le evoluzioni dei medesimi, tanto che investe vagonate di milioni di dollari, in società che producono vaccini ed è il più grande contributore privato in fatto di sanità globale, dietro solo al governo degli Stati Uniti come valore di finanziamento.
Poca trasparenza e molto fumo ancora avvolgono la scoperta dei laboratori in Ucraina (non che non si sapeva che vi fossero) e, peggio ancora, su quello Wuhan Institute of Virology dove la storia vuole tenere in piedi l’ipotesi di una fuga del Sars-Cov-2, da un laboratorio classificato di super massima sicurezza, ma anche qui il mistero è ancora mistero.
Come dice il Prof. Alessandro Meluzzi in un’intervista al quotidiano La Verità: “il complottista è chi ordisce trame, non chi le svela”.
È il nostro mestiere e lo faremo fino in fondo seguendo l’insegnamento di Giovanni Falcone, rimboccandoci le machine, andato fino in fondo per cominciare a cambiare le cose, anziché lamentarci.
Andrea Caldart