Diverse le campagne in cui si è impegnata raggiungendo grande successo soprattutto contro l’abominevole pratica dell’Utero in Affitto, dichiarato Reato universale con l’approvazione ad ottobre scorso del disegno di legge “Varchi” da parte del Senato.
Abbiamo intervistato Toni Brandi presidente dell’Associazione, su temi di grande attualità.
Di recente la sede di Pro Vita & Famiglia Onlus ha subìto diversi atti vandalici. La colpa sarebbe quella di lottare per i diritti dei più deboli?
Quattordici atti vandalici (compreso il lancio di un ordigno esplosivo) contro la nostra sede in meno di tre anni da parte di femministe e attivisti lgbt. Perché? Perché chi non ha argomenti per partecipare ad un dibattito franco e razionale, sa usare solo la violenza. Ci vogliono “cancellare” perché non sopportano chi dice la verità sulla vita, sulla morte, sul sesso…
Quali le politiche di sostegno alla famiglia?
Forse bisogna finire di accontentarsi di politiche “a sostegno” della famiglia. La famiglia naturale, formata da padre e madre uniti stabilmente in matrimonio è il luogo ideale per far crescere le nuove generazioni. Adulti e bambini – salvo le ovvie eccezioni – godono di maggior benessere psicologico ed economico, migliore salute, hanno un più alto livello di istruzione, tassi più bassi di disoccupazione: le scienze statistiche da circa dieci anni lo provano, ma il politicamente corretto lo ignora. Anzi, promuove da mezzo secolo il divorzio come conquista di civiltà. Sarebbe ora che la politica capisse che la famiglia naturale va privilegiata, non “sostenuta” con qualche mancetta di tanto in tanto. Va privilegiata culturalmente, socialmente ed economicamente: la collettività ne trarrebbe benefici esponenziali sotto tutti i punti di vista.
Durante la seconda edizione de “Le Tavole di Assisi” tenutasi nella città del Santo per rilanciare il pensiero cristiano, lo scrittore Boni Castellane ha affermato che: “La prima cosa che cercheranno di togliervi è la famiglia”. Ci vuole spiegare perché?
Distruggendo culturalmente e socialmente la famiglia, si distrugge la prima e fondamentale formazione sociale che serve a far crescere persone sane, forti e autonome. Senza famiglia diventiamo individui soli, nomadi, facilmente manipolabili e governabili dallo Stato sempre più invadente e totalitario; facili prede del mercatismo globalista che ci vuole consumatori compulsivi.
L’indottrinamento Gender ed LGBT soprattutto attraverso i social, produce un certo contagio sociale?
Non sono certo io a dirlo. Da dieci anni circa la cosa è stata dimostrata da chi ha studiato la disforia di genere a insorgenza rapida (ROGD), come la dottoressa Littmann.
Carriera, Alias, … nascere nel corpo sbagliato: come far comprendere al minore che l’identità di genere non è separata dal suo sesso biologico?
Il minore lo sa benissimo da sé, se non viene confuso da pratiche e prediche impregnate di ideologia “liquida” che lo convincono di poter essere tutto quello che vuole.
I bambini sono incapaci di fare scelte pienamente consapevoli. Ci si domanda come possano prendere in considerazione la decisione di cambiare sesso?
La “cultura della morte”, il nichilismo antiumano che tenta di farci il lavaggio del cervello da decenni, ha in odio i bambini. Li uccide prima che nascano. Se non ci riesce, li vuole facili prede dei pedofili con l’educazione sessuale globale che comporta il “diritto” dei più piccoli a prestare consenso ai rapporti, e quindi il diritto a cambiare sesso. O anche a cambiare specie. Ci sono tanti ragazzini “theriani”…
Si toglie la libertà di educazione alle famiglie, delegando tutto alla scuola, come se i propri figli fossero proprietà dello Stato?
Viviamo in democrazie sempre più formali che sostanziali. Lo Stato pretende d’essere idolatrato come un Dio, pretende di dirigere le vite dei cittadini dalla culla alla tomba. E come tutti gli Stati totalitari toglie i figli ai genitori e pretende di educarli lui. Attraverso la scuola pubblica, innanzi tutto.
Diritto alla vita dal concepimento fino alla morte? Aborto ed eutanasia sono visti come conquiste civili da difendere e raccomandare?
Sempre nell’ottica del nichilismo antiumano che Giovanni Paolo II chiamava “cultura della morte”! Aborto ed eutanasia sono espressioni evidenti della legge del più forte che sopprime il più debole, ma che attraverso artifici linguistici e false rappresentazioni della realtà vengono presentati come atti di “autodeterminazione”. Ma alla fine cosa producono? Morte. Morte di bambini nel grembo, morte differita delle madri che si illudono di non dover pagare in termini psicologici (e a volte anche fisici) un gesto che è profondamente anche autolesionistico; morte di anziani, malati e disabili che sentendosi abbandonati “scelgono” di togliere il disturbo ai parenti o alla collettività.
Cosa dire sul commercio dei feti abortiti per sperimentazioni, produzione di vaccini, traffico di organi da parte di Planned Parenthood (nome collettivo delle organizzazioni nazionali che sono membri della IPPF, International Planned Parenthood Federation)?
Dei loschi traffici della Planned Parenthood siamo stati i primi a parlare circa 10 anni fa, quando la Kamala Harris, procuratore generale della California, sequestrò i video del CMP che dimostravano inoppugnabilmente le ignobili pratiche commerciali. Chi non considera esseri umani i bambini nel grembo è ovvio che poi possa anche farli a pezzi e venderli al miglior offerente.
A proposito di diritto alla vita, la lega Antipredazione parla della “dittatura della “morte cerebrale”, imposta a cuore battente per l’attuazione dei trapianti e per combattere la presunta “sovrappopolazione”, che rientra nei piani di sterminio del nuovo ordine mondiale” Anche questa una lotta da intraprendere? (link sotto)
In passato ci siamo occupati di trapianti e abbiamo ospitato un interessante dibattito sul tema, tra medici pro e contro. Il problema è che le associazioni mediche o gli organismi internazionali, così come si sono arrogati il diritto di stabilire che nei primi 8 – 16 giorni il bambino è “nulla” e quindi gli si può fare di tutto, così pretendono di stabilire che la morte non è la cessazione di ogni funzione vitale ma solo di alcune… Certo. Bisognerà che ci torniamo su.
Cinzia Notaro
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