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Home Politica Draghi: Il delirio del virus dei pieni poteri

Draghi: Il delirio del virus dei pieni poteri

Abbiamo una politica fatta di cervelli vuoti e totalmente incapaci, supina all’allineamento euro-atlantico che da decenni, sta portando la ex quarta potenza del mondo del 1987, ad essere la Kolonia degli Usa.

Infatti, il PIL italiano dell’epoca era del 18% e il The Economist lo definì: “un gioco di prestigio statistico”, ma nella realtà eravamo appena giù dal podio, comunque davanti a Francia e Gran Bretagna e poi, nel 1992 dopo il “Britannia” tutti sappiamo cosa fece Giuliano Amato ai nostri soldi.

Corsi e ricorsi della storia, nomi e cognomi sempre gli stessi Amato e Draghi dove quest’ultimo oggi, nel suo discorso al Senato chiede di essere il nuovo re d’Italia con i pieni poteri, affermando che: “c’è bisogno di sostegno all’esecutivo, non di proteste non autorizzate.

Come ha detto pochi giorni fa il suo ministro Colao: “il percorso delle riforme è tracciato, nessun futuro governo potrà fermarlo” ci corre l’obbligo di far riflettere di fronte all’unione di queste due rischiose esternazioni pubbliche che dimostrano che il nostro paese, non risponde più al parlamento, ma ad uno schema esterno rispetto alla Costituzione italiana dove questi hanno prestato il loro giuramento.

E anche se alla fine del suo discorso M5S e Lega non hanno applaudito, la sciatteria di tutti questi rimane immutata, vai a capire poi perché abbia applaudito anche FdI.

Nella consueta sua statura di prepotenza arrogante, ha descritto un’Italia inesistenteringraziando circa 1.600 sindaci su 7.804, che gli hanno chiesto di rimanere, ovvero solo il 19% di amministratori locali e gli altri 81%? Se li è dimenticati?

Questo dato percentuale la dice lunga contro ogni altra proiezione a pagamento fatta dalle società di sondaggi a seconda della loro appartenenza, sul vero gradimento del “messia tecnico” e del suo governo non votato dagli italiani.

Forse ha sbagliato frase quando ha detto: “Gli italiani me lo chiedono perché quell’81% le sta chiedendo di andarsene, vuole il voto anticipato e decidere direttamente del destino di questo nostro Paese, ma il suo superbo ego arrogante, poco tocca l’ignavia dei partiti con le stilettate a Lega e M5S.

Il vero pericoloso problema del suo discorso è la delegittimazione della democrazia parlamentare rappresentativa, in quanto, la sottigliezza beffarda a cui siamo abituati dalla sua non esperienza politico-elettorale, lei non ha nel suo vocabolario le parole POPOLO e DEMOCRAZIA.

E dobbiamo dare atto ad un Pier Ferdinando Casini che ha fatto notare che lui era lì non tanto perché glielo chiedono gli italiani, semmai abbiamo visto forze esterne al paese farlo, ma perché non ha ancora ottenuto la fiducia per continuare il suo progetto di devastazione per sfasciare l’Italia.

Infatti, “Pierferdi” le ha detto: “Lei è qui non solo perché glielo hanno chiesto gli italiani, ma perché il Parlamento non le ha mancato la fiducia. Attenzione a invocare gli italiani: vorrebbe dire andare al voto“.

E già, cosa c’è di più pericoloso per un politico, in questo caso un non politico tecnocrate di Bruxelles, se si applicasse la Costituzione andando al voto?

Semplice, trovare un’altra allocazione per continuare gli interessi dei propri manovratori, non certo quello degli italiani.

Ma lui può stare sereno, come Letta all’epoca di Renzi, no molto di più, perché l’immobilismo dell’ignavia dei partiti di maggioranza anche se oggi un po’ bacchettati, non si sono nemmeno accorti del suo discorso completamente sbilanciato a sinistra.

Il bostik con cui hanno incollato le loro facce su quelle sedie, non li ha fatti nemmeno considerare se lei abbia o no una strategia per il Paese e soprattutto se sia per il Paesee noi cittadini italiani, rimarremo ancora una volta, avvitati in una sospensione, galleggiando.

Forse il termine giusto è caos, creato con manovre di potere di palazzo per impedire il temuto risultato delle urne facendo sprecare tempo prezioso agli italiani che ormai hanno percepito il venire prima delle logiche sovranazionali rispetto agli interessi di questo Paese.

E sarà inulte continuare a creare nuovi contesti, ostacoli, emergenze delle emergenze con argomenti come il Covid, la guerra in Ucraina, perché ormai, non fanno più da titoli di apertura dei giornali di stato e prima o poi, tutti i virus vengono annientati.

Anche se abbiamo assistito al teatrino dell’arrabbiato che se ne vuole andare, sappiamo bene che la dettatura di questo discorso, ha avuto il plauso del Quirinale che, in tutti i modi, farà di tutto per evitare il voto.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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