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Europa: la catastrofe della politica

La rivalità tra i poteri ha messo a nudo i conflitti ideologici dell’elité europea e non solo, dimostrando tutta l’impreparazione della ideologia da cui derivano.

L’Europa è una polveriera pronta ad esplodere, logorata da una guerra per interposta nazione e da una falsa pandemia che, con i suoi effetti avversi, sta risvegliando molte coscienze.

Fondamentalmente nei nostri Paesi non esistono più guide, una vera e capace leadership; perché chi afferma di conoscere e sapere, nei fatti non sa gestire e usa la clava della repressione per nascondere i problemi.

Siamo controllati da potenze imperialiste sovranazionali che ogni giorno depredano le nostre risorse in cambio di debiti e armi all’Ucraina, vendute dal padrone di turno.

Probabilmente questa elité neoliberista è impreparata alla realtà che oggi la circonda, che non è il mondo che aveva “progettato”, anzi la stabilità artifiziosa ideata, si sta rivelando un vero e proprio boomerang.

Sono quasi ventanni che in Europa viviamo un progressivo disorientamento di una classe politica che dice di sapere, ma non ha cultura, che sta portando i propri popoli verso un conflitto ideologico che condurrà ad una disumanità assoluta.

Con questa crisi ambientale, energetica e militare, volutamente pilotata, la situazione della sopravvivenza dei popoli sta arrivando al punto di non ritorno.

Pensiamo al popolo francese da settimane in piazza contro la riforma delle pensioni voluta da Macron.

L’enfant prodige della finanza internazionale, spinto dall’idea globalista, dopo la presa del Parlamento, crolla pesantemente assieme all’economia francese, che non cresce e oppresso dai moti sociali che in tutta la Francia stanno aumentando, isolandolo sempre di più.

Nel nostro Paese invece la campagna elettorale del bla, bla, bla di Giorgia Meloni, unita alla sua precedente oppofinzione, ci stanno facendo vedere un governo molto diverso da quello propagandato.

Dichiarando lo stato di emergenza nazionale, ha inaugurato lo sblocco navale per immigrati clandestini e i loro papponi scafisti.

È dal 1998 con la legge Turco-Napolitano che i vari schieramenti arraffano il consenso elettorale prorpio sul tema delle migrazioni illegali.

Peccato però che nei loro discorsi propagandistici non facciano mai menzione a quei nostri connazionali, soprattutto giovani, che oggi sono costretti ad espatriare per tentare di avere una occasione professionale dignitosa.

Grandi temi per i quali i nostri politici pensano che tutto sia mitigabile con una cooperazione economica a suon di bonus e di debito, dalla sigle improbabili come il PNRR.

La realtà preoccupante è che la quasi totalità della classe politica europea è priva di serietà intellettuale che la faccia uscire dalla convizione che la geopolitica equivalga a cooperazione economica.

Il denominatore comune di questi politicanti è l’impreparazione ad affrontare le sfide geopolitiche, succubi delle ristrette “visioni” che hanno accumulato durante la formazione universitaria.

Con ogni probabilità, siamo di fornte a dei “teppistelli” politicanti che, assimilando ideologie globaliste, li hanno portati a generare una politica, lontana dai diritti e dalle Costutizioni democratiche che avrebbero dovuto tutelare, ognuno nella propria nazione.

Andrea Caldart

Foto: Credits dal Web

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