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Home Politica Gianluigi Paragone ricorre alla Corte Costituzionale

Gianluigi Paragone ricorre alla Corte Costituzionale

Il Senatore Gianluigi Paragone ha dato incarico all’avvocato Andrea Perillo, del Foro di Roma, di depositare il Ricorso alla Corte Costituzionale per il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, al fine di accertare la legittimità della normativa sul Green Pass per l’accesso all’Aula del Senato. 

Secondo le note inviateci dall’avvocato Perillo, un parlamentare è un rappresentante della Nazione e agisce senza vincolo di mandato, ex art. 67 Cost. Egli esercita autonomamente tale potere, nel rispetto del Regolamento di cui all’articolo 64 Cost. La ragione di questo sta proprio nel fatto che, all’interno delle Aule parlamentari, devono essere rappresentante e tutelate anche le ragioni di chi dissente dalle politiche governative.

In particolare, la normativa in questione è stata applicata e recepita nella disciplina interna del Senato sulla base di una delibera dei Questori, senza che vi sia stata l’approvazione da parte dell’Assemblea senatoriale.

Questo vuol dire che questa disciplina è stata introdotta in maniera non conforme alla legge, in considerazione del fatto che il Senato non ha votato a maggioranza per l’introduzione della normativa sul Green Pass, all’interno del suo regolamento interno.

È opportuno precisare che i regolamenti di Camera e Senato hanno sostanzialmente forza di legge, senza dimenticare che ogni attività all’interno delle Aule parlamentari e degli uffici di queste istituzioni devono essere regolate secondo questa disciplina.

Nel caso del Green Pass, invece, i Questori del Senato hanno applicato direttamente la Legislazione di riferimento senza porre la questione davanti all’Assemblea dei Senatori, che avrebbero comunque avuto modo di discuterla.

Il senatore Paragone intende chiedere alla Corte Costituzionale di verificare se un tale iter di applicazione della normativa sul Green Pass sia conforme a quanto previsto dalla Costituzione. Questo a tutela delle funzioni del parlamentare che deve essere libero di poter esprimere il suo mandato senza vincoli di alcun genere, nell’interesse preminente del Popolo italiano.

I concetti e le normative insite nel ricorso possono apparire giuste e motivate all’occhio dei cittadini. Ma, come si suol dire, nascono alcune domande spontanee: chi tutela il popolo italiano secondo quanto previsto dalla Costituzione? Anche gli italiani possono essere liberi di circolare nel proprio territorio? Ai posteri l’ardua sentenza!

Antonella Di Luzio 

Fuori dal Silenzio

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