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Home Politica Giorgia, ma è quella “del mestiere”?

Giorgia, ma è quella “del mestiere”?

All’indomani delle elezioni qualcuno inizia a chiedersi se la Giorgia che conosce e ha visto nelle piazze italiane, sia la vera Giorgia Meloni.

Non c’è dubbio che abbia vinto le elezioni, ma dall’entusiasmo per la conquista della maggioranza politica, molti italiani sono passati a chiedersi se a sostenerla abbiano fatto bene.

C’è un brusio da nord a sud dello stivale che tra stupore e meraviglia, fa emergere i primi dubbi attorno alla figura della Meloni e all’operato del suo futuro governo.

Avere principi solidi e idee chiare dovrebbero essere i requisiti fondamentali per creare un governo, ma crearlo sulla base di una continuità dell’agenda precedente, appare un tantino fuori luogo o peggio ancora, un tradimento verso l’elettorato.

Le recenti dichiarazioni euro-atlantiste della Meloni hanno suscitato molti dubbi nell’elettorato che l‘ha sostenuta, tanto da far pensare che sia un suo clone.

Ma altri son svenuti quando, con il cappello in mano, telefona al “messia dell’anno” San Mario Draghi, per chiedere consigli, come pubblicato in più testate giornalistiche.

A questo punto allora, una riflessione diventa d’obbligo perché va capito, o meglio, la Meloni dovrebbe dirlo chiaramente quali sono le mire che ha; se quella di mantenere “l’establishment dominante”, oppure farci comprendere quale nuovo establishment sta costruendo.

Se l’espressione politica popolare voleva essere un voto di inversione governativa con il passato, chiedere l’avallo a Mario Draghi per la stesura della legge di bilancio e dichiarare di voler proseguire con l’invio di armi a Zelensky, tanto da telefonargli e garantirne l’appoggio, ai più è parsa, una netta continuità con l’attività del governo uscente.

Nei suoi sermoni pubblici, “Nostra signora della Garbatella” non ha mai fatto nessuna dichiarazione che, se avesse vinto, avrebbe integrato politica e tecnici, o avrebbe mantenuto le linee guida del governo Draghi, altrimenti la vittoria l’avrebbe consegnata nuovamente alla sinistra.

Nelle stanze dell’Aspen Institute vengono tracciate le traiettorie da seguire e, se ne sei membro, risulta difficile credere che non ti vengano chieste riforme da attuare o piani da seguire.

Ma ora la domanda da farsi è questa: cosa davvero sta uscendo dall’urna del 25 settembre?

La risposta di Giorgia “quella del mestiere” come direbbe Checco Zalone, l’avremo dopo il 13 ottobre.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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