Si inizia oggi con il valzer delle passerelle politiche dove, attraversando i corridoi del Quirinale, assisteremo alla solita danza e recita di litanie.
Il vero interesse è l’accaparramento del “poltronificio di stato” che contrasta brutalmente con i veri interessi del Paese.
Proprio ieri ci ha salutati il “divino” Mario Draghi, colui di cui l’Italia avrebbe dovuto farne a meno, ma si sa “morto un papa se ne fa un altro” e, lo spettro del governo tecnico, ancora non è passato.
Ha portato l’Italia in recessione, aumentato l’inflazione e i poveri, ci ha infilati in una guerra di altri, distruggendo l’economia delle famiglie e della piccola e media impresa, auguriamoci che di questi “migliori”, non ne vedremo più.
Quello che però impressiona è che i problemi reali del nostro Paese, non hanno alcun rilievo in queste “trattative”, è solo il triste spettacolo del “Circo Magico” degli “eletti” per le loro “magiche” terga.
Ma realmente cosa cambierà?
Nulla, perché abbiamo una Giorgia Meloni che giura fedeltà all’atlantismo universale, all’Europa e alla Nato e, se si pensava di aver dato una “pulizia” lasciando il posto al nuovo che avanza invece, eccoti ancora gli stessi nomi dai 75 anni in su, Tremonti, Pera, l’ottuagenario Bossi ripescato, etc…
Abbiamo di fronte un momento in cui l’euro non favorisce certo l’Italia, anzi la sta ammazzando in quanto, questo dichiarato “amore” dell’europeismo atlantista, aiuta le banche e le multinazionali, al contrario invece di altri Paesi come Olanda e Germania, che sono economicamente più stabili.
Questo governo sembra nascere con una profonda crisi d’identità, con le solite promesse elettorali, ma poi per non irritare i “padrini” d’oltreoceano, gli rimane fedele.
Il nostro Paese così perde nuovamente il suo punto di forza che è la Costituzione, mentre i politici continuano ad offrirci l’egoistico e indecoroso spettacolo, del loro mero fine, il profitto personale.
Solitamente, una regola fondamentale di chi riceve un mandato popolare, è quella di attuare il programma proposto in campagna elettorale, ma in questa tornata, l’unica cosa che non si è conosciuto è proprio il programma dei partiti.
Troppo impegnati a rinfacciarsi le attività politiche svolte fin qui o lanciarsi insulti ad alta voce cercando di far prevalere una voce sull’altra confondendo, con l’aiuto del mainstream, le verità.
Adesso siamo noi cittadini che dobbiamo vigilare attentamente sulla politica di giustificazione dei rapporti di forza dominanti, in quanto spingono sulla cultura della paura che, nella precedente edizione del “migliore”, ha ispirato politiche totalitarie e di obbligatorietà.
E Giorgia, fin qui, ha solo dimostrato di essere il braccio di destra della sinistra.
Mattarella ora tocca a te, se ci sei, batti un colpo, ma che sia quello giusto.
Andrea Caldart