La pandemia del Covid 19 consente una profonda riflessione sull’importanza dell’emergenza sanitaria: si registrano inutili allarmismi senza alcuna ragione rispetto ad altre malattie, spesso sottovalutate. Scendiamo nel dettaglio. Pochi giornali sono abituati a ricordare che il consumo eccessivo dell’alcol conduce alla morte. Eppure le bevande alcoliche continuano a essere vendute nei negozi, senza particolari controlli. Sono di grande aiuto alcuni dati contenuti nel Rapporto Istisan “Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni. Valutazione dell’Osservatorio Nazionale Alcol sull’impatto del consumo di alcol, ai fini dell’implementazione delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute. Rapporto 2020”, pubblicato dall’ISS a giugno 2020. «Ogni giorno sono circa 800 le persone che in Europa muoiono per cause attribuibili al consumo di alcol e di queste, una percentuale molto elevata, si registra in età compresa tra 20 e 24 anni pari a circa 1 decesso su 4. In Italia, ogni giorno, sono in media 48 le persone che muoiono a causa dell’alcol, oltre 17.000 ogni anno. Nel 2016, anno di cui si dispone la mortalità registrata per tutti gli Stati dell’Unione europea (UE), è stato responsabile del 5,5% di tutti i decessi registrati nell’UE, per un totale di quasi 300 mila persone morte, in gran parte e prevalentemente per cancro (29% dei decessi attribuibili all’alcol), cirrosi epatica (20%), malattie cardiovascolari (19%) e lesioni (18%). Proporzioni che rispettano quelle verificate in passato per l’Italia anche dall’OMS, e ancora oggi confermate con la percentuale più alta di decessi attribuibili all’alcol, registrata tra i giovani adulti maschi e tra i giovani sino ai 29 anni di età, per i quali l’incidentalità stradale alcol correlata continua a rappresentare la prima causa di morte anche in Europa». Non si vedono interventi mirati per combattere l’eccessivo consumo di alcol come è avvenuto per il Covid 19, dove il governo ricorre addirittura al super green pass per convincere le persone a vaccinarsi. È assente la proporzione tra le misure adottate per contrastare il consumo eccessivo dell’alcol, rispetto agli interventi messi in campo per contrastare il Covid 19. C’è un aggravante da registrare. Per combattere il Covid 19 si sta smantellando quel livello di socialità che genera tranquillità nelle persone, senza vederle necessariamente come nemiche. Perché la differenza tra vaccinati e non vaccinati – il rispetto delle idee è sacrosanto in democrazia – aumenta considerevolmente, mettendo gli uni contro gli altri. Non possiamo immaginare di risolvere in questo modo una pandemia, seppure grave e complessa da gestire, perché l’alcol è un problema che si riversa sulla sanità in maniera identica al Covid 19. Se si pensa che gli alcolisti necessitano di cure negli ospedali o addirittura nelle comunità, diventa conseguente l’aumento della pressione sulle strutture sanitarie, al pari del Covid 19. Con piccole differenze. Certo. Ma ugualmente in emergenza. Ci chiediamo perché il governo decide di adottare due pesi e due misure nei confronti di due malattie che sono entrambe mortali? Quali sono i motivi che fanno prediligere azioni di governo differenti?
Francesco Fravolini