La cultura politica dell’«Occidente» contemporaneo, quella della quale si riempiono la bocca molti giornalisti nostrani, “parolai” di banalità, soprattutto in seguito all’avvio dell’operazione speciale della Federazione Russa in Ucraina, si regge unicamente sulla libertà come «libertà negativa».
Il diritto di assoluta autodeterminazione della volontà del soggetto sembra essere il diritto sovraordinato a tutti i diritti. Il suo «riconoscimento» (la parola magica utilizzata nell’art. 2 della Costituzione italiana del 1948) ha aperto le porte a ogni pretesa dell’individuo: all’aborto procurato, al cosiddetto «matrimonio» (rectius: unione) fra esseri umani dello stesso sesso, all’incesto, all’eutanasia, al suicidio assistito e via dicendo. Non si tratta di errori nell’interpretazione dei testi costituzionali, ma di applicazione coerente della “Weltanschauung” accolta nelle Costituzioni “modulari” occidentali del nostro tempo per cui l’unico meta-valore assoluto è il continuo bilanciamento di principi tra loro contrapposti.
Il Bene, in questa prospettiva, non è ciò che è collegato all’essenza (la cosiddetta quidditas) della persona umana, ma l’opzione del soggetto, qualsiasi opzione individuale. Trattasi di un bene nichilistico, poiché dipende dalla sola volontà individuale, la quale può porlo o non porlo: con essa, pertanto, l’uomo rivendica il potere di creare il bene al pari di Dio.
È questo ciò che difendiamo?
Daniele Trabucco – Costituzionalista