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Il premier Netanyahu affronta il crollo della sua leadership

Israele, reintegro permanente del Ministro della Difesa Gallant

Nei giorni scorsi, il premier israeliano Benyamin Netanyahu è tornato sui suoi passi riguardo il licenziamento del Ministro della Difesa Yoav Gallant, il quale aveva chiesto in un discorso pubblico di congelare i piani di revisione del sistema giudiziario.

Annunciandone il reintegro permanente, il Primo Ministro ha dichiarato: “Ho deciso di lasciarci alle spalle le differenze che avevamo. Gallant rimane nella sua posizione e continueremo a lavorare insieme per la sicurezza dei cittadini di Israele”.

La rimozione del Ministro della Difesa ha innescato un’ondata di proteste senza precedenti contro il piano già disapprovato di togliere potere di controllo alla Corte Suprema per affidarli al Governo, poiché molti israeliani sono giunti alla conclusione che, oltre a essere un reale pericolo per la democrazia del Paese, anche la loro sicurezza potrebbe essere sacrificata per gli interessi personali di Netanyahu.

Tuttavia, Gallant non ha mai ricevuto una formale lettera di licenziamento ed è di fatto rimasto in carica nel bel mezzo di ondate di violenza, tra queste i raid della Polizia israeliana alla Moschea al-Aqsa di Gerusalemme, recenti lanci di razzi da Gaza, Libano e Siria, una sparatoria lungo la strada che ha ucciso tre donne anglo-israeliane in Cisgiordania e un’auto speronata a Tel Aviv che ha ucciso un turista italiano e ferito altre sette persone.

La crisi della sicurezza ha danneggiato ulteriormente la popolarità di Netanyahu con un sondaggio condotto negli ultimi giorni, secondo il quale solo il 27% degli intervistati “Si affida al Governo per gestire l’ondata di terrore”.

Nel suo discorso in conferenza stampa in prima serata, Netanyahu ha cercato di difendere la sua leadership, annunciando il duro intervento dell’Aviazione israeliana che le truppe avrebbero “Raggiunto e regolato i conti con tutti i terroristi”.

Inoltre, ha aggiunto: “Sto lavorando con determinazione e responsabilità. Respingeremo i pericoli e prevarremo sui nostri nemici. Il nostro Paese è sotto un attacco terroristico, ma non è iniziato adesso. Sotto il Governo precedente, il numero di attacchi terroristici era il doppio”.

Facendo riferimento ai sempre più numerosi riservisti dell’Esercito e dell’Aeronautica che si erano uniti al movimento di protesta, il premier ha lasciato intendere che anche questi ultimi sarebbero stati responsabili nell’incoraggiare i nemici di Israele, parlando di un accordo di demarcazione del confine marittimo sostenuto dagli Stati Uniti con il Libano, che ha falsamente affermato essere stato firmato con il gruppo terroristico libanese Hezbollah (letteralmente “Partito di Dio”, un’organizzazione paramilitare islamista sciita e fortemente antisionista libanese, nata nel giugno 1982 e divenuta successivamente anche un partito politico islamista del Libano), “Il Governo precedente ha consegnato al nemico territorio e giacimenti di gas senza ottenere nulla in cambio”.

Secondo i sondaggi, il discorso non ha sortito un effetto incisivo, tant’è che è stato solo un quinto del pubblico ad approvare le sue parole.

Inoltre, le stime condotte su 699 israeliani dal sondaggista Camil Fuchs ha mostrato che la coalizione guidata dal partito Likud (partito nazionalista liberale e di destra israeliano) sarebbe stata sconfitta dai partiti che detenevano il potere prima delle elezioni dello scorso novembre con un margine di 64 a 46 e con dieci legislatori, per lo più arabi, neutrali.

Il sondaggio ha indicato, dunque, un aumento di popolarità per l’ex Ministro della Difesa Benny Gantz e il suo partito di unità nazionale di Centro-destra. L’Unità Nazionale otterrebbe 29 seggi, Yesh Atid, partito politico israeliano centrista e laico, guidato dall’ex giornalista Yair Lapid, attualmente alla guida dell’opposizione, guadagnerebbe 21 seggi e il partito Likud di Netanyahu crollerebbe da 32 a 20 seggi.

L’attuale coalizione ha 64 seggi, di cui 14 detenuti da due partiti di estrema destra, il Sionismo Religioso e il Potere Ebraico (fondato nel 2012 e noto inizialmente come Otzma LeYisrael, letteralmente Potere per Israele). 

Anche la loro popolarità sta diminuendo, con il sondaggio che assegna loro un totale di undici seggi. Secondo gli analisti israeliani, anche i numeri di fine marzo avevano mostrato che la coalizione stava perdendo potere, ma i nuovi risultati equivalevano a un crollo totale per la coalizione.

In ogni caso, Gallant ha mostrato di aver accolto con favore ed entusiasmo la mossa di Netanyahu, postando sui social una sua foto con il premier e un messaggio che recita: “Continuiamo insieme con pieni poteri per Israele”.

Flavia De Michetti

Fuori dal Silenzio

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