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Home Esteri Politica “Il Trumpolino”: Trump, UE, Ucraina e Russia

“Il Trumpolino”: Trump, UE, Ucraina e Russia

Il Trumpolino” è la rubrica settimanale di economia e geopolitica che ogni martedì osserva, con occhio critico, quanto accade da una parte all’altra dell’atlantico.

L’insediamento del Presidente Donald Trump, avvenuto il 20 gennaio 2025, ha segnato una svolta nelle relazioni transatlantiche, mettendo in discussione il tradizionale rapporto tra Stati Uniti d’America e Unione Europea. 

La sua scarsa considerazione nei confronti dell’UE si è manifestata chiaramente nelle prime decisioni della sua amministrazione, tra cui la sospensione degli aiuti militari all’Ucraina e l’esclusione dell’Europa dai negoziati con Mosca. 

Tuttavia, di fronte a queste sfide, la risposta dell’UE è apparsa debole e frammentata, incapace di dimostrare un’effettiva autonomia strategica.

Mentre Washington riorientava la propria politica estera in senso isolazionista, la Commissione Europea ha annunciato un piano di riarmo per finanziare la difesa, un passo importante sulla strada dell’integrazione militare. 

Tuttavia, l’assenza di un esercito europeo unificato e la persistente dipendenza dalla NATO mettono in dubbio l’efficacia reale di questa iniziativa. 

Le divergenze tra gli Stati membri, in particolare tra le economie più forti come Germania e Francia e quelle dell’Europa orientale, e le problematiche di ordine costituzionali rallentano qualsiasi progresso verso una difesa comune realmente operativa. 

Sul fronte economico, la decisione degli Stati Uniti di ridurre le importazioni di beni europei e rinegoziare gli accordi commerciali ha colpito duramente settori chiave, come l’industria automobilistica tedesca e il comparto agroalimentare francese. L’UE ha risposto con proposte di nuove alleanze commerciali, tra cui un rilancio dell’accordo con l’Ucraina per le terre rare, risorse fondamentali per l’industria tecnologica. 

Tuttavia, senza un chiaro sostegno di Washington, questi piani rischiano di rimanere sulla carta, esponendo l’Europa a una maggiore dipendenza dalla Cina e ad altre potenze economiche. 

La percezione di un’Europa incapace di reagire in modo deciso si è rafforzata anche sul piano diplomatico. L’incapacità di ottenere un posto al tavolo dei negoziati tra Stati Uniti e Russia sull’Ucraina ha evidenziato il ruolo marginale dell’UE nelle questioni geopolitiche globali. Nonostante le dichiarazioni di Bruxelles sulla necessità di un’Europa più forte e indipendente, le divisioni interne e la lentezza decisionale impediscono all’Unione di essere un attore credibile sulla scena internazionale.

La scarsa considerazione di Trump nei confronti dell’UE non è dunque solo il riflesso della sua visione politica, ma anche il risultato di una realtà in cui l’Europa fatica a emergere come potenza autonoma. 

Mentre Washington prende decisioni che ridisegnano l’ordine mondiale, Bruxelles appare più preoccupata di mantenere l’unità interna che di affermarsi come un vero polo di potere globale.

Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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