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Home Italia Politica Maternità Surrogata: possibile un “Reato Universale”?

Maternità Surrogata: possibile un “Reato Universale”?

Nell’ordinamento giuridico italiano la c.d. “maternitá surrogata” è già vietata dalla legge ordinaria dello Stato n. 40/2004 e successive modificazioni: l’art. 12, comma 6, stabilisce che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro“.

La maggioranza parlamentare di centro-destra intende, al fine di porre un freno al “turismo procreativo”, estendere la fattispecie delittuosa al fatto “commesso all’estero” da cittadino italiano.

É questo il senso della proposta di legge di iniziativa parlamentare, che riprende quella di Giorgia Meloni del 2022, incardinata presso la Commissione parlamentare permanente “Giustizia” della Camera dei Deputati.

Sul piano tecnico affinché questo sia fattibile (e sono d’accordo politicamente con il contenuto della proposta) è necessario che, nella comunità  internazionale, il reato in esame sia condiviso ed incluso tra i “crimini contro l’umanità”, ma, purtroppo, molti ordinamenti statali consentono questa pratica nonostante vi sia stata, nel 2015, una presa di posizione dell’ Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che bocciava il c.d. “Rapporto De Sutter” funzionale ad ottenere la liceizzazione della pratica della maternità  surrogata nei 47 Paesi membri.

Inoltre, e questo è il secondo ostacolo tecnico, il testo della proposta si scontra con alcuni principi del sistema penale italiano:

1) in base all’art. 9, comma 2, del Codice penale, per i delitti commessi all’estero con pena inferiore ai tre anni è necessaria la richiesta del Ministro della Giustizia. La proposta non tocca né questo aspetto, né la pena;

2) qualora il cittadino italiano commetta il reato all’estero, se venisse approvata la nuova formulazione, l’Italia non potrebbe neppure chiedere l’estradizione ex art. 11 c.p. dal momento che la stessa si pone in contrasto con il principio della doppia incriminazione: una condotta punita dalla legge italiana sarebbe perseguibile a condizione che la stessa sia punita anche ai sensi della legge straniera.

Tale circostanza, è evidente, sarebbe inesistente con riferimento a tutti gli Stati dove, purtroppo, la gestazione per altri (o maternità surrogata) viene praticata e dove viene spesso anche espressamente regolamentata e disciplinata.

Siamo di fronte ad un business di 06 miliardi di euro l’anno, ma la proposta, benché condivisibile, non porterà da alcuna parte.

Solo la conoscenza e la diffusione di un pensiero giusnaturalista classico, quale limite alla bulimia insita nel concetto di “libertà negativa”, è in grado di frenare queste derive.

Purtroppo, salvo qualche eccezione, non vedo una classe politica all’altezza. Troppi slogan che non portano da alcuna parte.

Prof. Daniele Trabucco Costituzionalista

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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