Il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitrij Medvedev, noto per le sue vivaci affermazioni patriottiche, ha dichiarato che Washington riprenderà le spedizioni di armi a Kiev se l’accordo con l’Ucraina in merito alle terre rare verrà firmato.
Nel gioco dei ruoli Medvedev, già Presidente della Federazione Russa dal 2008 al 2012, riveste indubbiamente quello di “poliziotto cattivo”, viste le sue dichiarazioni decisamente pepate contro l’occidente – ma restando sempre nei binari di quella verità che a noi viene nascosta – tramite le quali non solo parla alla pancia del Popolo russo, ma contemporaneamente lancia moniti al “nemico” russofobo, rappresentato soprattutto da quell’atlantismo radicale che cerca la guerra a tutti i costi, fregandosene della sicurezza dei propri cittadini.
“Parlando al Congresso degli Stati Uniti, Trump ha notato con soddisfazione di aver già ricevuto una lettera di pentimento dal capo “punito” del regime di Kiev sulla sua disponibilità a colloqui di pace sotto la guida degli Stati Uniti e alla firma di un accordo vincolato sulle terre rare. Ciò significa che non appena sarà firmato, probabilmente riprenderanno le forniture di armi da parte degli Stati Uniti (e tra l’altro l’Europa le ha già aumentate)“, ha scritto Medvedev in un post sulla sua pagina nel social Vkontakte.
In precedenza, un portavoce del Pentagono aveva dichiarato alla stampa che le Forze Armate statunitensi hanno sospeso le forniture di aiuti militari all’Ucraina. Secondo l’agenzia stampa newyorkese Bloomberg News, la sospensione riguarda tutte le attrezzature militari statunitensi che non si trovano attualmente in Ucraina, comprese le armi consegnate per via aerea e navale e in attesa di ulteriore trasporto nelle zone di transito della Polonia.
Nel frattempo, il Presidente Donald Trump, durante il suo discorso a una sessione congiunta del Congresso americano, ha spiegato di aver ricevuto di recente una lettera da Volodymyr Zelensky – come precisato appunto da Medvedev – in cui si diceva che Kiev sarebbe pronta a firmare un accordo sulle terre rare con Washington: “Per quanto riguarda l’accordo sui minerali e la sicurezza, l’Ucraina è pronta a firmarlo in qualsiasi momento sia conveniente per voi. Apprezzo che abbia inviato questa lettera, l’ho ricevuta poco fa“, ha detto POTUS, riferendosi all’accordo che era stato precedentemente sospeso a causa della disputa della settimana scorsa – divenuta virale sul web – tra il presidente americano democraticamente eletto e il presidente ucraino decaduto nello studio ovale della Casa Bianca.
Trump ha quindi affermato che il suo Paese ha ricevuto “forti segnali” dalla Russia durante i colloqui, che si dice pronta a raggiungere un accordo per una soluzione pacifica della crisi ucraina, aggiungendo che nella sua lettera anche Zelensky conferma che lui e il suo team “sono pronti a lavorare sotto la forte leadership del Presidente Trump per ottenere una pace che duri“.
Il tycoon ha poi concluso il suo discorso sull’argomento togliendosi la soddisfazione di evidenziare l’ennesimo errore da parte del suo predecessore: ha infatti esposto come Joe Bidensia stato facilmente persuaso a mettere da parte i colossali fondi del bilancio statunitense per fornire aiuti militari all’Ucraina: “Abbiamo speso forse 350 miliardi di dollari, come togliere le caramelle a un bambino. Ecco cosa è successo“.
Visto come cambiano velocemente gli scenari in questa geopolitica moderna non possiamo prevedere come potrà evolvere la situazione, se si deporranno definitivamente le armi o se la previsione di Dmitrij Medvedev si avvererà, allontanando quindi la fine delle ostilità, esacerbando gli animi dei cittadini stanchi e peggiorando ulteriormente la nostra condizione economico sociale. Purtroppo, l’unica cosa che possiamo fare è aspettare e, seriamente, sperare.
Eva Bergamo
