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PNRR: un interesse stabilito altrove

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Sembra inverosimile quanto sbalorditivo tanto da stordirci, che come se nulla fosse, la politica italiana rispecchi interessi ed equilibri stabiliti altrove. Anche per il PNRR sembra essere così.

Un micromondo costruito attorno al binomio politica e media padronali, ci fornisce una trappola quotidiana di questioni del nulla spostando l’attenzione sul niente, per non informare correttamente di qualcosa che è già invece, consolidato.

Parliamo di PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dove anche qui si inizia ad intuire che la guerra in Ucraina è solo un pretesto per mantenere l’economia europeista filo-Washington.

In Italia dobbiamo ancora finire di ricostruire l’Aquila, Amatrice, Accumoli per non parlare della recente emergenza alluvionale in Romagna, ma la nostra Giorgia nazionale, utilizzerà la gran parte dei fondi del PNRR per acquistare armi da mandare in Ucraina.

Viene da pensare a quale sovranità e patriottismo faceva riferimento in campagna elettorale, oppure tutta la sua oppofinzione fatta dai banchi del Parlamento, era un bell’atlantismo mascherato.

Il PNRR fissa per l’Italia il raggiungimento di oltre 50 obiettivi per ottenere poco più di 20 miliardi di euro, tra prestiti e contributi a fondo perduto.

Il punto focale è sempre lo stesso e cioè, gli investimenti per i quali questi denari andranno spesi ci vengono dettati dall’Europa che, così facendo, ci impone gli indirizzi politici dell’agenda italiana.

In questo modo per i prossimi 5 anni, siamo vincolati alle scelte di Bruxelles che, così facendo, toglie la sovranità politica a tutti noi cittadini, nel pieno silenzio del Capo dello Stato e con l’avvallo del governo di Giorgia Meloni.

La favoletta raccontata per cui il PNRR era il “salvatore” dopo la crisi pandemica, oggi come oggi, ha allungato notevolmente il suo naso dimostrando invece di essere una vera rigida spending review, riportandoci nuovamente nel vicolo oscuro dell’austerità di montiani ricordi.

I suoi 528 punti sono condizioni “sine qua non” che spaziano dalla riforma del codice degli appalti, all’imposizione della disastrosa gestione ambientale per favorire il business dei rifiuti, per non parlare della scuola e della sanità o della ricerca scientifica al servizio del profitto di pochi privati, contro invece, l’interesse collettivo di tutti.

La realtà è che abbiamo davanti una pericolosa crisi economica perché la crescita dei prestiti personali in Italia nel 2022, ha superato il 12,7% contro una media europea del 9,4%.

Questa forma di credito alle famiglie, che sembrava sostenere l’economia reale e non quella finanziaria, invece ha ingrassato i conti correnti delle aziende speculative, ad esempio energetiche, a seguito delle insensate sanzioni contro la Russia senza dare una soluzione alle famiglie anzi, impoverendole.

Speriamo che con il PNRR non si avverino le parole di Lenin: “i capitalisti ci venderanno la corda con cui li impiccheremo”, ma almeno ci facciamo dire in che mani sono questi soldi.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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