Sicuramente Christian Solinas è sardo e cosa nota è anche il fatto che, sia il presidente della regione Sardegna, anche se in questa veste politica, sembra più un “padano trasferito”.
Anche Wikipedia si è accorta di questo “trasferimento”: infatti lo ha collocato come partito, nella Lega Nord e non nel PSd’Az sardo.
In realtà lui dovrebbe essere il “capo” del PSd’Az, ovvero il Salvini sardo, perchè è il segretario nazionale del partito fondato da Emilio Lussu, ma di sardo non c’è più nulla in quanto, l’orgoglio sardo, venne scambiato per un seggio leghista al senato tempo fa.
Wikipedia, infatti, non è in errore perché, tutta la sua politica fin qui attuata, ha dimostrato riconoscenza totale a Salvini e alla Lega, anziché al territorio che l’ha votato in virtù che si attuasse la Zona Franca.
La famosa promessa elettorale di Salvini, Meloni e Berlusconi nella chiusura della campagna elettorale del 2019 e invece, la Sardegna si è trovata un Presidente “fuori regione” che, in questi giorni prima del voto politico, ha attuato le ZES, le Zone Economiche Speciali che di speciale, non hanno nulla.
La vera specialità invece è questa nuova presa in giro al popolo sardo in quanto egli stesso si autocelebra, in questa “conquista” quale fautore dell’immenso futuro che avrà la Sardegna.
In realtà, non si capisce bene quale sarà il futuro della Sardegna, perché con una sanità da malata terminale, un’incapacità di realizzare una vision d’insieme trasporti-turismo-cultura, con un dato di emigrazione della popolazione giovane sarda tra i più alti d’Italia, è davvero difficile comprendere la strategica funzione delle ZES.
Il Solinas che i sardi conoscono è quello sempre chiuso nella residenza presidenziale di Villa Devoto, poco presente anche nell’aula del Consiglio regionale, abile “dribblatore”, per legittimo impedimento sia chiaro, delle aule del Tribunale di Cagliari che da un po’ lo stanno aspettando, ma domenica, presentissimo e attivissimo alla festa dei padani a Pontida.
Nel clima festoso delle roboanti enunciazioni delle “promesse verdi” è apparso anche lui, Solinas con delle dichiarazioni riprese dalla stampa locale, l’Unione Sarda e, dopo pochi minuti, cambiate di titolo.
Come si vede nella foto, alle 13:04, sul giornale più diffuso dell’Isola, c’è un titolo: “Solinas sul palco di Pontida: Crediamo nell’autonomia, nelle Lega e in Salvini”.
Poco più di un’ora dopo alle 14:25 sempre sul medesimo organo d’informazione isolano il titolo cambia e diventa: “Solinas sul palco di Pontida: Crediamo nell’alleanza strategica Psd’Az-Lega”.
In molti oggi si interrogano e vorrebbero conoscere per poter continuare a credere che, in questa terra vi sia la libertà d’informazione, come mai nel giro di poco più di un’ora il titolo dello stesso pezzo, cambia e soprattutto chi l’ha chiesto e perché.
Non è un cambio casuale perché la regione Sardegna è una regione a Statuto Autonomo Speciale e non ha bisogno dei padani per attuare le proprie leggi imponendo invece quelle che non portano nessun beneficio per i sardi.
Del cambio titolo ne ha parlato il giornalista cagliaritano Mario Guerrini, l’unico che subito informato dalla sua pagina Facebook: “Il mio osservatorio” riporta la notizia: “L’intervento, ieri, per modificare un titolo, a lui – Solinas – non gradito, del quotidiano online L’Unione Sarda, è un caso di gravità inaudita. I colleghi sono stati costretti a eliminare per qualche ora un titolo non coerente con le strategie personali del Governatore. Benché fosse veritiero. Per sostituirlo con un altro sotto dettatura. Più comodo alla visione del mandante politico. La stampa così asservita è un pericolo per la stessa democrazia”.
Lo diciamo spesso, la democrazia dell’autonomia libertà di stampa è in fortissimo pericolo e mai, come in questi ultimi due anni, così determinatamente dipendente dalla politica tecnocratica e dalle sue pressioni.
La debacle del “Circo Magico” di Solinas ha avuto il suo primo riconoscimento il 12 agosto scorso, con un flop memorabile ad Olbia dove, ad ascoltare lui e Salvini c’erano forse, una settantina di persone.
Il 25 settembre è vicino e in Sardegna c’è un detto storico bellissimo che dice: “Su burricu sardu du incosciasa una borta scetti… attra borta non di frigas!” che tradotto vuol dire: “L’asino sardo lo siedi in groppa solo una volta. La prossima non si fa persuadere”.
Confidiamo che la saggezza del popolo sardo con le sue antiche tradizioni e i suoi detti, stavolta sia conosciuta da tutti in Italia.
Andrea Caldart
Link utili: