Il Giubileo del 2025, anche detto “Giubileo della Speranza”, sta tradendo tutte le altisonanti aspettative di ricettività̀ turistica e di complessivo miglioramento della vivibilità̀ della vigilia.
La speranza che ci sia una inversione di tendenza nei restanti mesi dell’anno non sembra purtroppo realistica.
Il venticinquesimo Giubileo universale ordinario della storia della Chiesa cattolica doveva portare 25 milioni dí pellegrini nella Città Eterna, ma si registrano numeri assai inferiori, fatti tra l’altro da un turismo povero e “mordi e fuggi”.
Le agenzie di viaggio e le compagnie charter registrano solo cancellazioni. Gli alberghi a 5 stelle sono in crisi, i B&B sono in lacrime e stanno chiudendo per mancanza di prenotazioni (e per l’accanimento terapeutico dell’amministrazione comunale nella persona dell’assessore al turismo Alessandro Onorato). Stanno facendo affari d’oro solo i servizi ricettivi religiosi che a 20 euro a notte hanno rastrellato tutto l’incoming.
Se a questo quadro funesto aggiungiamo il numero incredibile di cantieri ancora aperti come quello emblematico di Piazza Venezia, vera ferita al cuore della città, è facile capire perché́ i turisti abbiano rimandato la loro visita al 2026, sperando che un anno di ritardo sui tempi annunciati possa bastare.
Last but not least: le carenze dell’offerta culturale. Mostre come quella su Picasso a via del Corso a Roma squalificano totalmente lo standard di proposta artistica solitamente buono e certificano un ritorno reputazionale e di immagine veramente negativo.
L’Ente organizzatore dell’evento è Fondazione Roma che per statuto dovrebbe dedicarsi ad interventi di carattere sociale, ma si è distinta, nell’occasione, con una esposizione su Picasso dal profilo narrativo davvero troppo esile.
A questa congiuntura tutta negativa si è aggiunta anche la malattia del Santo Padre che avrebbe potuto garantire, se nel pieno delle forze, una carica spirituale collettiva indispensabile in un evento come il Giubileo.
Per chi potrà̀ non rimane che aspettare il Giubileo del 2050.
Cristiano Carocci – Presidente Fondazione Spazi dell’Arte