Notizie recenti

| | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |
Home Attualità Italia Una donna non si sfiora nemmeno con un fiore

Una donna non si sfiora nemmeno con un fiore

Noi del secolo scorso, figli del patriarcato, avevamo ricevuto un insegnamento che era legge. Una donna non si tocca nemmeno con un fiore.

Una legge, che continuavano a ricordare. Dalla mamma al papà, poi ai lupetti e agli scout, in parrocchia e a scuola.

Tutti gli educatori ti rammentavano il rispetto delle persone e i doveri. 

La Donna prima di tutto è una persona.

Poi vennero i movimenti femministi e il processo di di acquisizione dei diritti femminili prese una via più rapida.

Da qualche anno invece il movimento sembra si sia addormentato.

Femministe dove siete? Avete lasciato il testimone e la rappresentanza al movimento LGBTQIA+? L’orgoglio MOICA, per la liberazione delle casalinghe dal patriarcato maschilista si è narcotizzato?

L’8 marzo era la celebrazione delle conquiste del movimento, il momento del confronto sui successi e il confronto sugli obiettivi da raggiungere.

Nei tempi più recenti invece l’8 marzo è diventato un momento di protesta e per di più violenta. Una protesta per tutte le disuguaglianze, pro-Palestina, per l’inclusione, non si sa di chi, ma è certo che imbrattare e rompere vetrine dei negozi, da Carrefour a Zara, piuttosto che le sedi di “Pro Vita e Famiglia” per fare solo alcuni esempi, sono i limpidi esempi di democrazia e protesta ragionevole.

Le transfemministe convocano la manifestazione dell’8 marzo mischiando ideologia e politica. 

La lotta al cosiddetto “patriarcato” si è già mischiata all’ideologia politica sul Medio Oriente. Il risultato di questa assurda commistione scenderà la piazza il prossimo 8 marzo: in occasione della giornata internazionale della donna, le femministe sono pronte a manifestare a suon di slogan politici. Contro tutto e tutti, ma soprattutto contro il loro nemico numero uno: il maschio bianco eterosessuale. Stavolta però la ricorrenza sarà il pretesto per parlare di tutt’altro e per buttarla ancora una volta in politica.

Lamberto Colla – Direttore 

Il Comunicato “non violento” di NON UNA DI MENO

8 MARZO 2025 SCIOPERO TRANSFEMMINISTA CONTRO VIOLENZA PATRIARCALE, GUERRA E POVERTA’ 

L’8 marzo 2025 chiamiamo allo sciopero transfemminista dal lavoro produ*vo, riprodu*vo e di cura, dei consumi. Abba*amo i ruoli e le aspe5a6ve di genere, per boico5are la riproduzione di un sistema sociale sempre più violento e autoritario. 

Chi sos6ene la cultura patriarcale parla della sicurezza come ordine, controllo, repressione e punizione. Rispondiamo che la sicurezza è l’educazione alla sessualità, alle emozioni e al consenso come materia curricolare fin dalle primarie. 

La sicurezza sono i servizi sociali per tu5u, centri an6violenza femminis6 con finanziamen6 adegua6 e stru5urali, il diri5o alla salute e all’autodeterminazione, l’aborto libero, sicuro gratuito, il supporto ai percorsi di affermazione di genere! 

La sicurezza è finanziare veri percorsi di autonomia e fuoriuscita dalle relazioni violente, accordare i tempi dei processi penale e civile, rigettare la PAS dai tribunali, fermare la vittimizzazione secondaria. 

La sicurezza è il salario minimo, stipendi dignitosi e contratti adeguati, il reddito di autodeterminazione. 

La sicurezza è un piano casa, affitti calmierati, quartieri vivibili con spazi verdi e di socialitaà, contro la solitudine e l’emarginazione. 

La nostra sicurezza è riconoscere la ci5adinanza alle seconde generazioni, abrogare le leggi sull’immigrazione volte a creare clandes6ni e clandes6ne, rompere gli accordi italo-libici, aprire le fron6ere e chiudere i CPR in Italia e in Albania. 

La sicurezza è demilitarizzazione. 

Scioperiamo contro la guerra perché l’escala6on bellica è esponenziale: è orribile realtà nelle vite di milioni di persone: dal genocidio a Gaza e in Cisgiordania, la guerra dilaga in tutto il Medio- Oriente. Spacca l’Europa sul confine russo-ucraino, divampa in Congo e in Sudan. Non vogliamo esserne né vittime, né complici. Non vogliamo essere aneste6zzate, sopraffa5e, manipolate da ciò che succede nel mondo, perché la guerra regola il sistema economico per garan6re profi* e potere facendo pagare i cos6 in termini di vite e povertà  alla maggioranza della popolazione sfru5ata e divisa. Perché la guerra sostiene ed è sostenuta da governi autoritari, da poli6che nazionaliste e fondamentalismi. E c’è bisogno di reagire, di resistere, di dissentire. 

Scioperiamo contro il governo Meloni e l’asse dei governi ultra-reazionari. Queste destre non hanno freni nella loro esibizione di odio, potere e brama di rivincita. La loro libertà è il privilegio dell’uno per cento della popolazione. 

Ma i diritti sono indivisibili e se sono concessi a pochi a scapito di altr3, gruppi sociali o minoranze, si chiamano privilegi. Non riconosciamo il femminismo transfobico, salito sul carro governa6vo: sostenere le lobby antiabortiste nei consultori e negli ospedali, togliere fondi ai percorsi di affermazione di genere, negare i diritti ai minori nat3 in famiglie omogenitoriali, sono incompa6bili con l’orizzonte di libertà e autodeterminazione dei corpi e delle scelte di vita. La marea femminista è trans, lesbica, frocia, migrante, razzializzata, antirazzista, antiabilista.

Contro il Ddl “Sicurezza” in discussione, che esaspera norme di segregazione e punizione della povertà e criminalizzazione del dissenso, e contro le “zone rosse”. Dopo il Decreto Caivano, in risposta alle violenze sessuali contro due bambine, questo modello viene esportato in se5e periferie italiane, al fine di s6gma6zzare le zone popolari e “riportare l’ordine”, deser6ficando il tessuto sociale autorganizzato, come nel caso di Quar6cciolo a Roma. Il rimpatrio del torturatore libico Almasri e l’uccisione del giovane Ramy Elgaml durante un inseguimento raccontano bene quanto valga la vita umana per questo governo, quale sia l’effettivo interesse per la sicurezza, per “i giovani e le periferie”. 

E’ assodato che femminicidi, transcidi, lesbicidi e violenze accadono innanzitutto nelle relazioni di in6mità e nei contes6 parentali: continuando a fomentare razzismo e odio di genere e militarizzando le città, il governo gioca col fuoco, sulle vite di tuttə

Chiamiamo lavoratrici, lavoratori e lavoratorə, student3, disoccupat3, intermi5en6, a*vist3, sindacalist3, Centri An6violenza a partecipare attivamente alla costruzione dello sciopero. 

Moltiplichiamo le pra6che di sciopero, per estenderle alla città e ai consumi, alle scuole e alle università, ai servizi, alle case ai luoghi di lavoro.
Occupiamo lo spazio pubblico e por6amo lo sciopero oltre i confini riconosciu6 e sempre più angus6. 

Boicottiamo le catene di finanziamento della guerra e del genocidio in Pales6na aderendo alle campagne di BDS, approfondiamo pra6che di sciopero dai consumi. 

Chiamare lo sciopero femminista per l’8 marzo quest’anno, di sabato, ci pone davan6 ad una sfida ulteriore: sappiamo che convocare uno sciopero generale di sabato non è usuale, ma per noi è fondamentale all’interno del processo di risignificazione e riappropriazione della pra6ca dello sciopero per tu5e quelle persone che ne sono sempre state escluse. Con lo sciopero transfemminista vogliamo rendere visibili e dare riconoscimento a tutti quei lavori essenziali, sfruttati, precari, non riconosciu6 come tali, e trovare insieme pra6che di lo5a che consentano l’astensione dal lavoro – da ogni forma di lavoro, a cominciare da quello di cura nei contes6 famigliari, dato per scontato. 

Il fascismo contemporaneo sta dilagando e a5ecchisce su chi non acce5a l’autodeterminazione di donne, froce, lesbiche, queer, trans, migran6, seconde generazioni, sex workers, siamo però convinte che la potenza della nostra lo5a ha basi solide, che è una trama minuziosa che tessiamo da secoli e che ormai il mondo patriarcale, fascista, coloniale capitalista e razzista non è più sostenibile né a livello ambientale né a livello sociale. 

E noi siamo insieme e siamo arrabbiate, continuiamo a riprenderci spazio, a immaginare futuri migliori. 

L’8 MARZO LOTTO BOICOTTO SCIOPERO! 

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

Condividi

Condivi questo Articolo!