I giovani subiscono pesanti disagi a causa della pandemia del Covid 19. La didattica a distanza, prolungata per circa due anni, produce negli studenti diverse lacune relative alla formazione scolastica. Se pensiamo attentamente a questa modalità di insegnamento, possiamo comprendere le conseguenti difficoltà che subiranno ragazzi e ragazze nel prossimo futuro. La conoscenza delle diverse realtà sociali nel contesto geopolitico in cui viviamo, si possono comprendere soltanto con la presenza in aula, dove i giovani dialogano anche con compagni di nazionalità differente. È un valore aggiunto che si acquisisce esclusivamente a scuola, non attraverso un computer. Solo l’Italia ha preferito scegliere la didattica a distanza mente gli altri Paesi europei si sono battuti per lasciare aperte le scuole ai giovani.
Quelle scelte elettorali
La politica è in prima linea per aprire al più presto ristoranti, stadi di calcio, alberghi – sono state eseguite diverse pressioni da molti parlamentari della maggioranza di governo – mentre preferisce promuovere discussioni puramente accademiche sull’opportunità di garantire una formazione in presenza ai ragazzi. Dimentichiamo che i giovani non fanno parte del corpo elettorale, quindi non sono elettori a cui fare riferimento alle prossime elezioni politiche o addirittura amministrative. Perché è soltanto questo il fattore scatenante a incidere nelle scelte della politica riguardo l’andamento della gestione della pandemia, favorendo alcuni settori economici al posto di altri, meramente in funzione degli interessi elettorali. Conviene ricordare che non è stato manifestato un grande desiderio per riaprire cinema, teatri, librerie, musei. La cultura, purtroppo, non interessa i parlamentari perché aiuta a pensare e ad analizzare le diverse situazioni sociali.
Francesco Fravolini