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Home Cultura e società Legale “L’Agorà del Diritto” – una domanda, una risposta: ricadute della politica dei dazi sui consumatori italiani

“L’Agorà del Diritto” – una domanda, una risposta: ricadute della politica dei dazi sui consumatori italiani

Dazi si, dazi no, dazi forse.

Al di là del fatto che gli Stati Uniti d’America, al termine del periodo di sospensione dei dazi, intendano confermarli o revocarli nei confronti dei Paesi dell’Unione Europea ed al di là delle considerazioni di carattere prettamente politico che, inevitabilmente, questa vicenda implica, nell’”Agorà” di questa settimana vogliamo puntare l’attenzione sulle possibili ricadute di questa guerra commerciale, qualora dovesse andare a regime, sui consumatori italiani.

Questi ultimi sarebbero le prime vittime dei dazi, in quanto possiamo analizzare la tematica sotto molteplici aspetti ma l’unico dato certo è l’aumento dei prezzi dei beni provenienti dagli Stati Uniti e dei beni prodotti in Italia che, sino ad oggi, hanno avuto un mercato di riferimento importante in quello americano e che, inevitabilmente, registrerebbero una flessione delle esportazioni.

Si pensi, ad esempio, ai prodotti italiani agroalimentari.

È facile prospettare l’aumento dei costi per i beni provenienti dagli Stati Uniti ai quali saranno applicati dei dazi per l’ingresso sul mercato italiano con conseguente aumento di prezzo per l’acquirente finale, vale a dire per il consumatore.

E così, il venditore in Italia di un bene statunitense lo immetterà sul mercato prevedendo un surplus del costo vendita per ammortizzare il “dazio”.

E già questa è una prima ed importante ricaduta negativa per i consumatori italiani.

La seconda concerne i beni che sino ad oggi, oltre ad essere venduti sul mercato italiano hanno un bacino importante di vendita negli Stati Uniti.

Con l’applicazione della politica dei dazi tali prodotti, si pensi, come si è detto, al settore agroalimentare, potrebbero registrare una contrazione delle vendite.

Di conseguenza, le imprese produttrici dovranno adottare delle misure economiche volte a fronteggiare il calo del profitto.

E qui, la storia insegna, potrebbe cominciare l’effetto domino.

Vi è, infatti, il rischio che le imprese per cercare di compensare i minori margini di guadagno sul mercato americano con le vendite nel mercato interno con conseguente aumento dei prezzi al consumo.

In altri termini se una impresa registra una contrazione delle vendite sul mercato americano e, quindi, ha come mercato di riferimento principalmente quello italiano, volendo mantenere i margini di guadagno del periodo pre-dazi potrà adottare una politica di aumento dei prezzi.

Questa situazione comporterà un sempre maggiore calo del potere di acquisto delle famiglie italiane, le quali, ormai da anni, subiscono aumenti incondizionati dei prezzi, soprattutto dei beni di prima necessità come quelli alimentari.

Purtroppo, le esperienze passate di aumenti dei prezzi, per restare in tempi relativamente recenti, penso agli aumenti durante la pandemia e il sorgere della guerra in Ucraina, hanno messo a nudo un dato statisticamente allarmante: in Italia i prezzi una volta aumentati non registrano più un calo.

Inoltre, i governi che si sono avvicendati durante i periodi nei quali si sono registrati aumenti di prezzi non hanno mai posto in essere una seria politica di controllo e di calmiere dei prezzi.

Tutto questo ha portato, quindi, al lento ed inesorabile impoverimento delle famiglie italiane. 

Al di là del danno economico che si potrebbe registrare per eventuali aumenti dei prezzi derivanti dalla politica dei dazi, il circolo vizioso a livello economico potrebbe avere un forte impatto sul PIL (prodotto interno lordo) il che comporterebbe l’aumento delle tasse per i cittadini.

In altri termini, per questi ultimi, i dazi imposti dagli Stati Uniti d’America potrebbero portare all’aumento dei prezzi ed all’aumento delle tasse.

Tali dinamiche in un contesto economico, già di per sé non dei migliori, avrebbero come effetto quello di aumentare a livello sociale disparità, disuguaglianze e povertà.

Avv. Emilio Graziuso – Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca

Presidente dell’Associazione Nazionale”Dalla Parte del Consumatore”

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

Foto copertina: generata con l’IA

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