Giovanni, classe 1964, è appena andato in pensione e con tristezza ha realizzato che dovrà rinunciare al suo diritto di vedersi riconoscere la correlazione tra le inoculazioni e il peggioramento del suo stato di salute.
Fa parte della rete e Associazione Persone in Cammino, per la regione Veneto, e nel limite delle possibilità del suo stato di salute, partecipa attivamente alle iniziative per la ricerca della verità e giustizia con i compagni danneggiati.
Da qualche giorno, Giovanni, finalmente si è presentato alla visita medico-legale di introduzione alla richiesta di indennizzo della legge 210/92 che attendeva da tanto tempo. L’esito però gli ha lasciato l’amaro in bocca.
Giovanni ci racconta la sua storia?
Prima di sottopormi alle vaccinazioni, ho cercato di ottenere l’esenzione perché avendo patologie autoimmuni, temevo in un peggioramento delle stesse, come infatti è avvenuto.
Ho aspettato il più possibile e alla fine non avendo ricevuto l’esenzione ho dovuto farlo. Così, dopo la prima inoculazione, avvenuta il 29/01/2022, ultimo giorno “utile” per non venire sospeso, mi sono vaccinato con il lotto Pfizer FP9359 e non ho avuto nessun disturbo. Tuttavia, quando venti giorni dopo ho fatto il richiamo, con Pfizer 33295TB, ho immediatamente iniziato ad avvertire disturbi, quali stordimento, dolori, e dal secondo giorno, febbre.
Dopo qualche mese, la spondiloartrite che già avevo, ha iniziato a peggiorare e sono insorti sintomi nuovi mai avuti prima per me inspiegabili, e alla visita di controllo fatta a marzo 2023 mi è stato riscontrato un forte peggioramento e mi è stata diagnosticata la fibromialgia.
Purtroppo, la dottoressa, che mi segue da anni (dal 2018) e conosce bene il mio stato di salute e la situazione pregressa, ha preferito negare l’evidenza e dare la colpa all’infezione covid-19 avuta ad agosto 2022 e non alle inoculazioni.
La fibromialgia è una patologia molto invalidante e ho costantemente problematiche che prima non avevo, poco tempo dopo dalle inoculazioni sono stato costretto a chiedere una riduzione delle ore di lavoro da 8 a 6 poiché non ero più fisicamente in grado di reggere.
Lo scorso autunno ho sofferto di tachicardia, ansia e insonnia per più di due mesi e a fine gennaio 2024, ho avuto febbre molto alta per giorni. Episodi inspiegabili che mai avevo avuto prima.
Tutt’oggi soffro di stanchezza cronica, nebbia mentale, testa pesante e stordimento, dolori sparsi, e purtroppo non ci sono integratori ne rimedi che possano fare scomparire questi disturbi.
Cosa è andato storto nella visita medico-legale?
Aspettavo con fervore questa visita e mi ero informato su tutto l’iter da seguire per fare la richiesta di indennizzo della legge 210/92. Dopo aver esaminato tutta la mia documentazione, il medico, che non menzionerò per rispetto, mi ha detto che purtroppo non sussistono gli estremi per inoltrare richiesta di indennizzo, nonostante ci sia stato un evidente peggioramento delle mie patologie autoimmuni, già presenti e riconosciute come malattia permanente invalidante dal 2017 a causa della mancanza di carte ospedaliere dove venisse certificato con convinzione e certezza che i peggioramenti delle patologie pregresse e l’insorgenza della fibromialgia fossero a causa delle vaccinazioni covid-19.
Proprio per via dell’esistenza di quelle patologie, ho tentato in tutti i modi di ottenere l’esenzione per le inoculazioni, non ricevendo nessun supporto né dal medico di base né dalla reumatologa che mi segue. Apprezzo che il medico legale mi abbia detto con onestà che farmi proseguire sarebbe stato un inutile spreco di soldi, ma mi amareggia constatare che a causa del negazionismo medico di coloro che non hanno voluto scrivere la verità in precedenza circa la causa effetto dei mie i disturbi, mi debba penalizzare così.
Il dramma di molti danneggiati: il disconoscimento del danno
Giovanni oltre ad aver subito il danno e ad aver avuto un peggioramento del suo stato di salute, deve affrontare la beffa della negazione del riconoscimento.
Questo accade perché molti professionisti sanitari, ad oggi, si rifiutano di scrivere e mettere nero su bianco, quello che ammettono verbalmente, ossia la correlazione tra l’inoculazione e l’insorgenza di numerose patologie ad interesse multiorgano, precludendo il malato dalla possibilità di vedere riconosciuti i propri diritti.
Ci auguriamo che Giovanni possa almeno trovare un po’ di sollievo e che possa presto raggiungere un miglioramento del suo stato di salute, e ci auguriamo che la professione sanitaria si metta una mano sulla coscienza e incominci seriamente a prendere in considerazione i danneggiati da inoculazione covid-19 come persone gravemente danneggiate non solo a livello fisico ma anche psicologico che hanno diritto del riconoscimento delle vere cause scatenanti.
Ingrid Busonera