L’Esortazione “Dum Europa” del grande Papa san Pio X, seppur scritta in un contesto storico ben diverso (02 agosto 1914), ossia poco dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, rivela una visione straordinariamente profetica alla luce delle sfide contemporanee, in particolare rispetto al conflitto russo-ucraino e al folle impulso dell’Unione Europea verso il riarmo.
Il pontificato del successore di Leone XIII, dal 1903 al 1914, si caratterizzava per una forte difesa della tradizione, ma soprattutto per una visione della pace e della giustizia che si radicava nel diritto naturale classico, un concetto che oggi sembra essersi smarrito nelle risposte reattive e militaristiche dell’Europa.
Nel suo appello, Pio X invitava l’Europa a riscoprire la sua vocazione di custode della pace non attraverso la forza delle armi, ma facendo riferimento ai principi morali che derivano dalla legge naturale, quella legge inscritta nella natura dell’uomo e che risponde alla giustizia universale. Questa visione del diritto naturale, che è alla base della tradizione cristiana, poneva la pace come frutto di un ordine giusto, un ordine che non può essere imposto dalla violenza, ma che si realizza nella corrispondenza tra le azioni umane e la verità fondamentale del bene comune.
Oggi, l’Unione Europea, invece di perseguire questa visione, sembra aver scelto la via della militarizzazione e del riarmo in chiave esclusivamente antirussa. In un contesto così complesso, la pace appare non come la realizzazione di una giustizia fondata sul diritto naturale, ma come un fragile equilibrio che può essere mantenuto solo attraverso la deterrenza militare. Ora, questa strategia non è che un rimedio superficiale, che non affronta le cause profonde dei conflitti.
Papa Sarto avrebbe sicuramente visto in questa risposta una deviazione dal cammino tracciato dalla legge naturale, che insegna che la pace non può mai essere ottenuta con la violenza, ma solo quando le nazioni si riconoscono reciprocamente nel rispetto dei diritti inviolabili di ogni persona, in particolare la giustizia sociale e la dignità umana. La vera pace, infatti, per Pio X, non è mai la fine di un conflitto militare, ma la realizzazione di una giustizia che rispetti il diritto naturale, che esige il riconoscimento della dignità umana, la sua precedenza ontologica (e non storica) e il rifiuto di ogni forma di violenza come mezzo per risolvere i conflitti.
L’Unione Europea, nel suo attuale impegno nel riarmo, rischia di tradire questa visione fondamentale, che Giuseppe Sarto aveva ben chiara. La risposta al conflitto non può essere solo una questione di potenza militare, ma una questione di giustizia in senso profondo, che si radica nei principi eterni della legge naturale. Il riarmo non può essere considerato come la soluzione definitiva, perché non affronta le cause morali e spirituali dei conflitti.
Come insegnava san Pio X, la pace autentica nasce solo quando gli Stati e i popoli riconoscono la giustizia classicamente intesa come principio supremo, basato sull’ordinamento della società secondo le leggi naturali, che non dipendono dalle contingenze politiche o militari del momento.
Altro che Manifesto di Ventotene del 1941…
Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it