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“Cereali e dintorni”: che pesci pigliare?

È in corso una svalutazione competitiva del dollaro? La risposta di ChatGPT alla nostra interrogazione.

Tutti gli operatori di mercato, in pratica, non sanno: “Che pesci pigliare” infatti come ha scritto AgResource: 

Non possiamo sostenere un trend senza sapere quale sarà la prossima grande notizia sui dazi, e la gente non è disposta ad assumersi alcun rischio”. 

Il mercato è in attesa di notizie, bastino considerare questi due esempi presi dal Pellati informa: ”La colza dell’Euronext (mercato francese) ha viaggiato tutta la settimana in crisi: tengono banco la disputa commerciale Canada e USA (gli USA comperano colza dal Canada per il proprio biodiesel) e la disputa commerciale Canada e Cina (la Cina compera colza dal Canada).” 

Il mais dell’Euronext ha chiuso la settimana in rialzo sia sul vicino sia sul lontano. I dazi del 25% sulle importazioni di corn dagli USA come risposta alla guerra intrapresa da Trump contro la EU implicano maggiori costi di acquisto di questa materia prima essenziale per l’industria mangimistica. Inoltre, la campagna 2025/26 è tutta da fare.” 

Anche se il mais che arriva dagli USA riguarda solo la penisola Iberica, non altro paese europei, ma stante il fatto che il mercato è fatto di vasi comunicanti, non sappiamo dove si andrà a parare. 

Intanto, in generale, i fondi d’investimento sono usciti dal rischio, e in generale sui cereali sono molto corti (questa non è una bella cosa perché il mercato potrebbe ripartire a razzo in caso di riacquisti massicci!) 

La situazione è complessa, ma può anche essere una opportunità, perché stante il fatto che i dazi sono comunque un fattore negativo per tutti, chi li incassa fa spendere di più ai propri connazionali. Chi li paga dovrà rincarare il prezzo di vendita sul territorio assoggettato ai dazi. Così come chi li subisce come risposta in importazione. Nel tempo si arriverà ad accordi bilaterali o a dazi molto più contenuti e mirati di quanto oggi si parli. Ed allora il mercato potrà per lo più salire e non scendere!

Quindi in un mercato stagnante valutate bene le posizioni di acquisto, per lo meno sul breve medio termine! 

Sul lungo termine si fa molta, molta più fatica ad avere quotazioni a riprova dell’incipit iniziale “…che pesci pigliare?”. 

Per le bioenergie, discreta attività di richiesta: presenti varie matrici che possono sostituire, o attenuare il caro cruscami di grano. Buona disponibilità di farinetta di mais. 

STAMATTINA (18/3/2025 ndr) IL CAMBIO È A 1,09374.

Dal sospetto alla verifica attraverso l’intelligenza artificiale che ha così risposto:

La domanda a ChatGPT:

“BUONGIORNO, È IN CORSO UNA SVALUTAZIONE COMPETITIVA DEL DOLLARO?” 

Risposta: 

“La svalutazione competitiva è una strategia economica in cui un paese riduce intenzionalmente il valore della propria moneta per rendere le proprie esportazioni più competitive e migliorare la bilancia commerciale.
Quotidiano Nazionale (ITA) 

Durante la campagna elettorale del 2024, l’allora candidato Donald Trump aveva espresso l’intenzione di lavorare per una svalutazione del dollaro una volta alla Casa Bianca, con l’obiettivo di sostenere le industrie americane rendendo le esportazioni più competitive.
Le Grand Continent (FR) 

Tuttavia, non ci sono informazioni recenti che indichino l’attuazione di una politica ufficiale di svalutazione competitiva del dollaro da parte dell’amministrazione statunitense. Le fluttuazioni del valore del dollaro possono essere influenzate da una serie di fattori, tra cui le politiche economiche, le tensioni commerciali e le condizioni economiche globali. Ad esempio, le minacce di imposizione di dazi commerciali da parte del presidente Trump hanno causato variazioni nel valore del dollaro, con un rafforzamento della valuta in risposta a tali minacce e un indebolimento quando queste sono state ridotte. 

El País (ES)In conclusione, sebbene ci siano state discussioni e dichiarazioni riguardo a una possibile svalutazione del dollaro, al momento non ci sono evidenze concrete di una svalutazione competitiva in atto. 

— 

Sta di fatto che dal 28/02 con un cambio €/$ a 1,040 ed oggi a 1,093 un prodotto come la farina di soya base CBOT 300 dollari per tonnellata corta pari 330,69 per tonnellata metrica più 58$ di nolo/premio quindi 388,69 trasformava con il cambio a 1,040, siamo a €373,74 ora con il cambio a 1,093 trasforma a €355,61, pertanto 18€ in meno alla tonnellata. 

Vantaggio solo per chi compra. 

Lo stesso discorso con valori diversi vale per il mais e per il grano, vantaggio di chi compra, sofferenza di chi vende. 

Unica consolazione, se per i mesi avanti una farina di soya a 370€ partenza porto può piacere, allora valutate l’opportunità! 

La medaglia ha sempre il suo rovescio, se c’è chi piange, dall’altro lato c’è chi se la ride… Comunque, stiamo registrando, sempre da fine febbraio, le risposte di importatori ed operatori che non adeguano al ribasso il valore di alcuni prodotti (sprovvisti di mercati di origine noti) perché lamentano perdite secche! 

Se è in essere una svalutazione competitiva della moneta USA lo sapremo solo dopo che arriverà la pace in Ucraina, e magari anche a Gaza, allora potrebbe normalizzarsi lo scenario finanziario che vede l’oro ai suoi massimi storici.

Virgilio e Mario Boggini

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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