“È molto importante garantire che l’Ucraina sia nella posizione più forte possibile nel corso dell’anno“. Così si è espresso il Primo Ministro britannico, Keir Starmer, durante il suo primo viaggio di rappresentanza nella capitale ucraina, avvenuto a sorpresa il 15 gennaio, in concomitanza con la visita istituzionale da parte del nostro Ministro della Difesa, Guido Crosetto. Starmer aveva già visitato il Paese nel 2023 in qualità di leader dell’opposizione e accolto due volte Zelensky a Londra da quando è diventato Primo Ministro lo scorso luglio.
Il leader inglese è stato accolto giovedì alla stazione ferroviaria di Kiev dall’ambasciatore del Regno Unito in Ucraina, Martin Harris, e dall’ambasciatore ucraino a Londra Valerii Zaluzhnyi; ha successivamente incontrato Volodymyr Zelensky con il quale ha firmato un accordo denominato “partnership dei 100 anni“, per garantire a Kiev un sostegno del Regno Unito sul lungo periodo. L’agenzia stampa UkrInform – Ukrainian National News Agency – riporta che il documento approfondirà le relazioni bilaterali nel settore della difesa e aprirà la strada a un ulteriore sostegno militare al governo di Kiev, oltre a collaborazioni nei campi sanitario, scientifico, energetico, navale e commerciale.
Il Premier britannico durante il viaggio verso la capitale ucraina ha spiegato alla stampa che “Non si tratta solo del presente, ma anche di un investimento nei nostri due Paesi per il prossimo secolo“; ha poi voluto aggiungere una stoccata alla Russia affermando che “l’ambizione del Presidente russo Vladimir Putin di strappare l’Ucraina ai suoi partner più stretti è stata un monumentale fallimento strategico. Invece, siamo più vicini che mai e questa partnership porterà questa amicizia al livello successivo“.
Entusiasmo alle stelle per il decaduto dittatore, che invece di indire nuove elezioni preferisce continuare a stringere mani massoniche, mentre i suoi concittadini sono sempre più in difficoltà a causa del suo malgoverno. Zelensky gioisce per questi nuovi aiuti promessi da uno Starmer in difficoltà per il calo di consensi: “Abbiamo raggiunto un nuovo livello. È qualcosa di più di una relazione strategica. Abbiamo firmato un accordo su una partnership di 100 anni“, ha dichiarato dopo aver siglato un accordo che secondo Il Financial Times potrebbe portargli anche un bel pacchetto di sterline britanniche, oltre alla possibilità di stazionamento delle truppe occidentali in Ucraina (che, seppur non ufficialmente, in realtà sono già presenti).
Viene il dubbio che, se già il Premier laburista è in caduta libera nel gradimento dei cittadini inglesi, una mossa del genere possa dare il colpo di grazia al suo Governo e aprire la strada a un Nigel Farage in grande spolvero, più avanti di lui negli ultimi sondaggi e che può contare sull’appoggio – anche finanziario – di Elon Musk; Farage ha già un forte consenso soprattutto tra i conservatori, tanto da essere soprannominato “il Trump inglese”.
Questo viaggio improvviso di Starmer appare come un tentativo disperato di salvataggio dell’establishment a pochi giorni dal ritorno ufficiale di Trump, che ha già chiarito la sua intenzione di staccare definitivamente la superpotenza americana dai giochi di potere dello stato profondo, per riportare il benessere dei cittadini al centro della politica e mandando di conseguenza nel panico i governanti figli di Davos.
In ogni caso, al di là del tanto sbandierato atteggiamento buonista di facciata, l’accordo siglato a Kiev non è certo un atto di beneficienza, perché nonostante l’eccitazione da diversamente intelligente di Zelensky, chi ci guadagna di più è proprio Londra, che avrebbe ottenuto il consenso di estrarre risorse naturali dal territorio ucraino, a scapito naturalmente del Popolo che ci vive. Ovviamente tutto questo dipenderà dall’esito del conflitto, le cui possibilità di vittoria per Kiev e i suoi alleati occidentali appaiono oggettivamente molto vicine allo zero, il che rende queste firme una semplice e buffa messinscena.
Eva Bergamo