Il Natale ci invita, come uomini, nel trasformare il nostro impegno quotidiano in azioni di giustizia e di pace, “Ci vuole molto più coraggio a fare la pace che la guerra” ha detto il Papa, riferendosi a ciò che succede nel mondo, parole che sottintendono la necessità di partire anche dalle azioni quotidiane, “attribuirsi il merito del lavoro non proprio, non avere il coraggio di parlare in faccia all’interlocutore soprattutto quanto è più debole, mandare messaggi importanti attraverso terze persone, interrompere continuamente gli altri, sminuire le opinioni altrui, criticare in pubblico, fare gossip negativo, ridicolizzare l’aspetto fisico, fare minacce velate, accusare ingiustamente, non riconoscere gli sforzi degli altri, con una lista infinita di tanti altri esempi”, sono piccoli gesti di guerra quotidiani molto diffusi..
“La pace inizia con quei i piccoli gesti che facciamo giorno per giorno nelle nostre vite personali e professionali: la pace comincia da noi”
Nel nostro ambiente di lavoro, spesso ci concentriamo sui problemi dimenticando che la gentilezza ed il rispetto reciproco posso fare la differenza, anche un semplice “grazie” può migliorare l’umore ed aumentare la motivazione di tutti e, offrire un supporto a chi è in difficoltà è fondamentale. Un piccolo gesto di aiuto può alleviare lo stress e creare un ambiente di lavoro più collaborativo e armonioso.
La positività è contagiosa e può creare un’atmosfera più serena e produttiva per tutti. La pace non è solo l’assenza di conflitto, ma la presenza di comportamenti gentili e rispettosi.
Abbiamo sfide importanti da affrontare nel futuro, in particolar modo quelle relative alle nuove dittature, quelle che non avranno le sembianze del passato, con disertori in mimetica e fucile in braccio. Non solo le dittature esistono ancora, si sono evolute e stanno aumentando solo che non ce ne accorgiamo; il pensiero unico domina sempre di più e chi prova a deviare da questo schema rischia di essere etichettato o, persino, silenziato.
È la dittatura del politicamente corretto, ci sono frasi che non si possono più dire, concetti che non si possono lambire, pena la gogna mediatica, cose che non si possono più fare, o meglio che qualcuno vorrebbe non si facesse, come l’utilizzo del contante, tutto per essere sempre più tracciati.
Resta a noi riconoscere queste dittature e comportarci di conseguenza, basta non rimbecillirsi accanto ai social ed ai telefonini che stanno diminuendo esponenzialmente la capacità di concentrazione degli usufruitori.
Capita a tutti di pensare che sia solo un’illusione che la bontà vince sull’invidia, la scienza sull’ignoranza e l’onestà sulla malizia, ma non deve essere una semplice illusione.
Dobbiamo ancora credere in tutto questo per quanto coraggioso possa essere in questa realtà ormai “persa”. Solo la fede nei nostri valori ed in tutto ciò, può condurci a fare sempre meglio per gli altri e per sé, a non essere solo degli arrivisti o fannulloni, a non essere vittime ma artefici e soprattutto a fare sempre la cosa giusta, perché tutto si conquista con quello che si fa e non per quello che si dice… questo è il nostro compito!
Auguro a tutti un Natale di serenità ed un prospero ed armonioso 2025.
Mario Vacca
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it