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Home Attualità Alitalia: Il conto non finisce mai

Alitalia: Il conto non finisce mai

È di poche ore fa la notizia che la Commissione europea ha dichiarato illeggittimi i 400 milioni dati ad Alitalia nel 2019, in quanto Alitalia aveva già beneficiato di altri aiuti economici in precedenza.

Era il 2017 quando Alitalia prese ben due inoculazioni di soldi pubblici per restare a galleggiare, ma evidentemente, in quei bilanci qualcos’altro mancava per chiedere ancora altro denaro pubblico.

Rislutato, questo dei 400 milioni avrebbe violato l’obbligo “una tantum” previsto dagli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione, concedendo alla compagnia un ingiusto vantaggio economico.

Probabilmente, restando ancora in questo ambito, la stessa Alitalia dal 2017 al 2019, ha continuato a beneficiare di vari altri contributi pubblici, come ad esempio, quelli della continuità territoriale in Sardegna.

Chi all’epoca andò in Procura a denunciare che Alitalia, essendo commissariata non poteva prendere nessuna contribuzione pubblica, perché così è scritto nella giurisprudenza, si è visto archiviare la denuncia.

Ma non era l’unico reato che all’epoca veniva ipotizzato, perché sembrerebbe potesse anche essersi configurato il reato di violazione del libero mercato, quello dell’ingiusto profitto e quello di falsare la concorrenza.

A stabilirlo fu dapprima il Tar Sardegna nel 2017 e poi, nel 2018, con sentenza n. 4382/2018, fu il Consiglio di Stato a dare ragione all’imprenditore che si era visto scippare la possibilità di poter operare.

Vale la pena richiamare l’attenzione su che cos’è un aiuto di Stato, secondo le norme UE e la giurisprudenza.

Si ha un aiuto di Stato quando si verificano le 4 condizioni seguenti: 

1) comportare un trasferimento di risorse dello Stato;

2) concedere un vantaggio economico esclusivo a un soggetto o a una produzione; 

3) incidere sugli scambi tra Stati membri; 

4) falsare, o rischiare di falsare, la concorrenza (concorrenza sleale).

Sostanzialmente si verifica questo aiuto ogni qualvolta vi è un trasferimento di denaro pubblico sia esso proveniente dal governo centrale o dai governi regionali.

Possibile che nessuno mai abbia posto la questione della valutazione sulla redditività di questi aiuti, dal momento che il segno rosso in Alitalia è sempre stata la costante?

Poco importa al politico di turno, tanto sa bene che se anche chiamato in causa, non pagherà mai nulla e saranno sempre e solo i cittadini contribuenti a dover pagare di tasca propria.

Se per lo Stato vale il principio di investitore privato, allora deve valere anche per il singolo cittadino che deve pretendere di verificare i finanziamenti pubblici a questo tipo di imprese, introducendo un “sistema” che protegga il contribuente da quegli investimenti di Stato non redditizzi.

Soddisfazione l’ha espressa il ministro Giorgetti dicendo: “L’esclusione di Ita dalle richieste di restituzione del prestito ponte ad Alitalia è la dimostrazione che siamo nel giusto“.

Anche se Ita per la UE non è il successore economico di Alitalia, di sicuro ha in comune la stessa capacità di produrre profondo rosso e chi sarà ben presto chiamato a pagarlo con interessi annessi?

E dove prenderà questi soldi, capitale più interessi, da restituire il governo?

Come si dice in Veneto: “Pensateci sopra”.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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