Proteste degli agricoltori sono in corso in queste ore in tutta la Germania; le proteste sono sostenute moralmente da gran parte della popolazione del Paese e anche praticamente dall’opposizione nazionale.
L’associazione degli agricoltori tedeschi ha indetto la mobilitazione a livello nazionale con manifestazioni e blocchi stradali in un lasso di tempo che va dall’8 gennaio e si prolungherà fino al 14. In tutta la Germania diverse migliaia di persone hanno paralizzato il traffico e la vita pubblica.
Chiare le motivazioni: non piacciono i piani del governo di sinistra-verdi di imporre oneri ulteriori agli agricoltori.
L’obiettivo delle azioni è mostrare ai cittadini e ai politici al potere l’importanza dell’agricoltura e dei suoi problemi. Prezzi del cibo troppo bassi e aziende agricole che chiudono a causa di requisiti eccessivi e strozzature finanziarie, sono solo alcuni dei motivi per cui sono divampate le proteste degli agricoltori, ora alimentate dai nuovi tagli previsti ai sussidi.
Claus Cremer, membro del comitato esecutivo e responsabile dei contatti internazionali del movimento Heimat, parte del gruppo europeo di movimenti nazionalisti APF, Alliance for Peace and Freedom, dice ai nostri microfoni: “Le richieste economiche fatte dal governo al comparto agricolo hanno il fine di avere un’ulteriore fonte di reddito che vada a coprire il suo fallimento: tutto questo mentre la Repubblica federale di Germania dispone sempre di fondi sufficienti per UE e interessi esteri. Anche io e il mio partito “Die Heimat” sosteniamo le proteste degli agricoltori tedeschi perché capiamo i problemi e ci schieriamo con i nostri compatrioti. Non solo come candidato alle elezioni europee di quest’anno, ma anche come convinto nazionalista, ho sostenuto le manifestazioni degli agricoltori. Da un lato, perché condividiamo le loro preoccupazioni e dall’altro perché vogliamo mostrare alla popolazione chi veramente rappresenta i loro interessi”.
La polizia è stata schierata in gran numero in ogni stato federale: lo Stato ha cercato di vietare alcune proteste in anticipo, ma a causa della massa di trattori, camion e persone, le forze dell’ordine hanno spesso dovuto solo regolare il traffico.
In Sassonia ci sono stati alcuni disordini, per il resto la gente si è mobilitata pacificamente.
La mobilitazione coinvolge tutti i settori: molti supermercati non sono stati riforniti di ortaggi e prodotti agricoli. Cremer spiega: “Le catene di approvvigionamento stanno saltando e alcuni settori dell’economia (camionisti, treni,…) sono in sciopero (treni in partenza oggi ndr). Anche alcune aziende di medie dimensioni hanno mostrato solidarietà ieri tenendo chiusi i loro negozi. L’obiettivo delle proteste è quello di mostrare cosa succede effettivamente senza agricoltori. Per noi -conclude- è chiaro: se muore l’agricoltore, muore il Paese“.
Gloria Callarelli
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it