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Oltre le regole: Prigionieri dello Stato

Inizia l’autunno e ci risiamo con la cantilena, metti la mascherina togli la mascherina, metti il maglione, togli il maglione.

Infatti, il primo e non poteva che essere lui, il “ministro della malattia” Speranza che, proprio non riesce a lasciare quella poltrona, senza aver licenziato una sua ennesima circolare, prorogando l’obbligo della mascherina nelle RSA e ospedali.

Ma non si è limitato solo a questo e ha dichiarato: “Pronti a imporre le mascherine e limitazioni agli eventi”.

È l’epilogo per il popolo italiano che ogni giorno assorbe supinamente il modello coercitivo che distrugge la libera impresa privata, le libertà individuali, aumentando un controllo territoriale elettronico, senza prova di contradditorio.

Dopo la pandemia è arrivata la guerra tra Nato e Russia e adesso il freddo e il lockdown del gas.

Il popolo italiano assiste a tutto questo come se nulla fosse dove, una politica sostenuta dall’amplificazione da parte dell’alleato mainstream, continua in un’attività che lede gli interessi delle aziende e del popolo italiano, in funzione dei dettami, o forse meglio definirli ordini, che arrivano da Bruxelles.

Ma c’è invece un popolo più furbo di noi, i tedeschi che, vedendo lo sfascio pericoloso della propria economia, vara decreti da 200 miliardi a sostegno della medesima, beffandosi dei parametri e norme europee, come quella degli aiuti di Stato alle imprese. Vietatissimo.

Loro però già molti anni fa erano stati molto più accordi di noi perché, anziché privatizzare, svuotare, distruggere e impoverire le imprese e far collassare le banche, hanno usato uno stratagemma attraverso una banca di stato, la KFV.

Questo istituto fu costituito al tempo della gestione dei fondi del piano Marshall e oggi, oltre essere una tra le banche più potenti del mondo, è lo strumento che viene usato da Olaf per aiutare le imprese tedesche.

Può farlo?

Sì perché i tedeschi per costituirla hanno usato un escamotage inattaccabile ovvero l’80% delle azioni è in mano alla Repubblica federale tedesca mentre, il restante 20%, appartiene agli Enti regionali della Germania, ovvero pur sempre soggetti pubblici.

È un po’ la Cassa Depositi e Prestiti tedesca che così facendo, restando completamente pubblica, è riuscita a superare i meccanismi dei vincoli europei della ESA95 che escludono dal compito del debito pubblico, le società pubbliche che coprono i propri costi per oltre il 50% con ricavi di mercato.

Nella campagna elettorale appena passata nessuno ha parlato di come salvare le piccole-medie imprese italiane che rappresentano quasi il 90% del tessuto economico del nostro Paese, ma solo di interventi “a strozzo” per far aumentare i debiti di esse.

“Nostra signora della Garbatella” tra un’apparizione all’Aspen Institute e alla conferenza della Coldiretti, non ha per nulla le idee chiare circa quello che realmente sta accadendo in questo Paese, all’economia nazionale.

Le piccole e medie imprese stanno camminando a piedi scoperti sui carboni ardenti della speculazione e dell’inflazione che sono i veri missili lanciati verso il nuovo governo.

Le balle di Cingolani e di “San” Mario Draghi, assistito dai suoi cardinali della congregazione della maggioranza di governo, ora vengono fuori una ad una, come la più evidente, l’emergenza gas e di conseguenza, l’emergenza energia.

Stiamo diventando schiavi di una prigionia di regole che la maggioranza crede rendano liberi, proponendo un linguaggio predeterminato di soluzioni a queste regole, allontanando invece la verità dalla realtà.

È un nemico visibile che vuole portarci a combattere con le armi da lui preparate che sono scienza e tecnologia, cercando di renderle autonome rispetto alle leggi naturali dei diritti dell’uomo.

Questo cannibalismo normativo è alla base del progressismo neoliberista che mira all’illusione di una illimitata capacità smisurata di consumismo sfrenato consumando l’uomo dentro la prigionia delle regole.

Il mondo è di tutti, non di pochi.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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