Il termine “transumanesimo” indica, in via approssimativa, che l’uomo, così come oggi lo conosciamo, con le sue fragilità e i suoi limiti, sia ormai prossimo a una trasformazione radicale che, grazie al progresso scientifico, lo condurrà nel giro di alcuni decenni a trasformarsi in una nuova condizione, oltre l’umano.
Al fondo del progetto transumanista vi è una concezione naturalizzata del fenomeno umano che nega l’esistenza di diversi livelli di realtà, così come di differenze qualitative tra i viventi.
L’uomo viene pertanto concepito, al pari di ogni altro ente naturale, nei termini di un meccanismo affascinante quanto complicato, frutto di un processo evolutivo che lo vede, al momento, fortunato vincitore della lotteria della vita.
Eppure, la condizione transumana non sarà mai una concezione di libertà, ma di assoluta sottomissione: una modalità tecnologica e farmacologica che esercita una coercizione sulla volontà umana.
L’Übermensch di Nietzsche (1844-1900) diventa, in questo modo, l’ultimo pseudo-uomo.
Prof. Daniele Trabucco Costituzionalista
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it