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La Russia e le sue Costituzioni

Miriam Elena Toukchoumskaia, ospite del corso di Diritto costituzionale del Professor Daniele Trabucco, ha illustrato ai molti presenti l’evoluzione storica e sociale della Russia attraversa la rincorsa alla norma fondamentale del diritto: La Costituzione.

Uomini Russi

Per comprendere le azioni di un popolo, occorre conoscere quel popolo”. 

È questo il preambolo di Miriam Elena Toukchoumskaia (esperta in relazioni culturali ed economiche con l’Est Europa e Mediterraneo) in apertura del seminario di approfondimento del corso di diritto costituzionale, ospite del professor Daniele Trabucco.

Un seminario di approfondimento sulle Costituzioni russe 1918, 1924, 1936, 1977 e 1993 che ha visto una grande partecipazione, in presenza e da remoto, compresa una “gradevole incursione” di Francesco Borgonovo, Vice Direttore del quotidiano “La Verità”.

Il popolo russo è molto diffidente e prima di prendere confidenza deve comprendere chi ha di fronte.” Così prosegue l’illustre ospite e da lì inizia il racconto della storia della Russia mantenendo come filo conduttore la questione legale connessa alla legge delle leggi, ovvero la Costituzione, a partire dai suoi albori che vengono fatti risalire a Ivan il Terribile “un rivoluzionario – lo definisce la dottoressa Elena, che instaurò una sorta di “perestroika del medioevo”.

Dal 1305 la Russia ha iniziato a diventare sempre più europea”.

Infatti, diversi ingegneri e architetti italiani vennero chiamati a erigere importanti opere: dalle mura del Cremlino a opera di Pietro Antonio Solari, alla realizzazione della Cattedrale dell’Assunzione grazie all’ingegno del bolognese Aristotele Fioravanti, già noto per aver spostato di 13 metri la torre di Santa Maria del Magione alta ben 24 metri.

Ma arriviamo quindi al 17esimo secolo segnato dal “figlio di Ivan il Terribile, Vasily Ioannovich Shuisky, che fece dichiarare la monarchia russa appartenente alla Chiesa Ortodossa Russa”.

Una prima esperienza costituzionale la si assegnò al Conte Dmitry Golitsyn, un precursore della modernità, come l’ha etichettato la docente.

L’excursus storico si espanse quindi di Zar in Zar, dall’imperatrice Anna Ioannovna Romanof, una delle prime donne a condurre il Paese, che introdusse le “condizioni” per arrivare al 1773 segnato dal tentativo di colpo di Stato per ottenere una Costituzione, e condotto sotto la guida del diplomatico Nikita Ivanovich Panin.

Un tentativo di colpo di Stato “senza sangue” che perciò gli valse di salvarsi la vita e venire solo allontanato dallo Zar Pavel.

La storia poi ha attraversato le epoche di Alessandro I, dei Dicembristi e del Regno di Polonia che adottò, prima della Russia, una sua Costituzione. L’inizio dell’800 è stato segnato da diversi episodi storici.

Caterina la Grande diede le terre agli ebrei, consentendo loro di realizzare le comunità agrarie, gli antesignani dei kibbutz d’Israele.

Poi venne Napoleone che arrivò sino alle porte di Mosca per giungere quindi ai “Dicembristi” che chiedevano l’abolizione della schiavitù.

Ma è a seguito della rivoluzione del 1917 che si attuerà la prima costituzione. Nota come la Rivoluzione di ottobre (del 25 ottobre 1917) la prima conseguenza fu la proclamazione della Repubblica Sovietica Socialista che vide la rocambolesca fuga di Kerenskly – primo ministro della Repubblica Russa dopo la caduta dell’ultimo zar – travestito da Donna per evitare il linciaggio Bolscevico.

Un’epoca che vide l’affermarsi prepotente del proletariato con l’abolizione della schiavitù mentre per i ricchi non c’era più posto.

“Proletari del mondo Unitevi” era il motto lanciato da Lenin che vedeva come simboli la falce e il martello e il 10 luglio 1918 la costituzione sovietica entrò in vigore. 

Vladimir Iliych Lenin, sottolinea Elena Toukchoumskaia – era un grande rivoluzionario marxista, un grande oratore, un grande manipolatore. Il fratello venne ucciso perche’ attentò allo zar, mentre lui invece prese la strada della rivoluzione, andò in svizzera a cercare finanziatori e in Germania a imparare il marxismo”.

In quel periodo venne messa al bando la chiesa e venne dato un taglio al passato, portando in auge il marxismo-leninismo, secondo cui “ognuno darà secondo la sue possibilità.”

La sifilide prese il sopravvento e Lenin venne sostituito da “Stalin” e dallo stalinismo che ne è conseguito a partire dal 21 gennaio 1937.

Stalin diede un taglio totalitarista alla URSS arrivando a anteporre la parola “soviet” alla parola “socialismo” nell’acronimo originario RSFSR (Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa).

Venne quindi il tempo di Leonid Brezhnev, che ha rappresentato un periodo di stallo segnato dalla guerra fredda e dalla “sua” costituzione.

Prima di lui Nikita Chruščëv è ricordato, anche recentemente, per aver donato la Crimea all’Ucraina come omaggio alla moglie ucraina.

È con Gorbachev che si avviano i grandi cambiamenti della Perestroika. Nel 1989 Michail Gorbačëv ha innescato “la miccia del cambiamento, del passaggio dalla dittatura del proletariato”.

Un cambiamento proseguito con Boris Eltsin, uno statista “capace da un lato e dall’altra parte che ha fatto anche vergognare avendo venduto i siti migliori e per altre note questioni”.

Però con lui iniziò un processo che è ancora in vigore.

Il 12 dicembre 1993 il referendum da Eltsin indetto aveva lo scopo di approvare il governo al posto dello stesso Boris Eltsin.

Una approvazione popolare che coinvolse il 58% dei votanti su 54% degli aventi diritto pari al 32% della popolazione totale.

Venne quindi approvata una Costituzione che è ancora in vigore e Boris Eltsin è stato di fatto il “Primo Presidente Russo”.

Una costituzione che eleggeva la parità dei diritti tra uomini e donne, l’obbligo di leva e soprattutto ampliava le libertà personali, compresa quella di espatrio, sociali ed economiche, contribuendo al benessere personale.

In conclusione, quella di Miriam Elena Toukchoumskaia, è stata una relazione dettagliata che si è chiusa ponendo a confronto le condizioni generali, le parti in comune e le parti per cui si differenziano le più recenti costituzioni russe.

Redazione

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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