Il coniuge divorziato ha diritto alla pensione di reversibilità dell’ex?
Per rispondere a questa domanda che spesso viene posta alla nostra redazione occorre valutare una serie di elementi.
In linea di massima si può affermare che l’ex coniuge superstite ha diritto alla pensione di reversibilità se ricorrono queste condizioni:
1) deve essere titolare di assegno divorzile;
2) non deve aver contratto nuove nozze;
3) il rapporto di lavoro dal quale scaturisce la pensione di reversibilità deve essere anteriore rispetto alla data del divorzio.
Con riferimento al punto n.1, vale a dire il requisito dell’essere titolare di assegno divorzile è bene precisare che l’assegno ricevuto in unica soluzione, una tantum, non legittima il percepimento della pensione di reversibilità.
Il calcolo della pensione di reversibilità in favore del coniuge divorziato avviene tenendo conto di vari fattori, quali ad esempio, la durata del matrimonio, eventuali periodi di convivenza precedenti al matrimonio, ammontare assegno divorzile.
Discorso diverso deve essere fatto qualora l’ex coniuge, beneficiario della pensione, fosse convolato a nuove nozze.
In questo caso, fermo restando il ricorrere delle condizioni sopra illustrate (punti nn. 1,2 e 3), l’ex coniuge ed il coniuge superstite hanno entrambi diritto a quota della pensione di reversibilità.
Per determinare le relative quote è necessario prendere in considerazione la durata di entrambi i matrimoni e dell’eventuale periodo di convivenza precedente ad essi, le condizioni economiche sia dell’ex coniuge sia di quello superstite, l’entità dell’assegno divorzile.
Avv. Emilio Graziuso – Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca.
Presidente Nazionale Associazione “Dalla Parte del Consumatore”
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it
