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Cereali e dintorni: Grande influenza sui prezzi deriva dal cambio

I problemi si manifestano prevalentemente nel mercato interno. Mercato “inchiodato”, fatta eccezione per qualche posizione di farina di soya sui 12 mesi del 2023.

Prezzi

Osservando attentamente il monitor nella sezione del grafico della farina di soya posizionato sul periodo “mese” si nota che per la sedicesima volta dall’inizio dell’anno il valore della farina su Chicago è vicino ai 400$ di base, le oscillazioni a salire sono state oltre venti con picchi sino a 435 punti, le oscillazioni a scendere più o meno una quindicina con il picco più basso a 370 nel momento dello scoppio della guerra e altri che si sono posizionati tra 380 e 390. 

Quindi 35 punti a risalire, (400-435) non tenendo in considerazione il fondo del 370 perché influenzato da più fattori la normalità va sino a venti punti a scendere (400-380). 

Tutto ciò per far considerare che non è tanto il Chicago che è variato, ma quello che incide molto è il Cambio Euro/Dollaro. Solo a titolo sperimentale provate a trasformare il prezzo della soya con il cambio a 0,99€ a 1,10€ e a 1,20€ e vedrete le differenze! 

Poco di nuovo dai mercati internazionali, che cominciano sì a risentire del calo dei consumi, ma ancora molto limitatamente, perché i problemi energetici e logistici hanno ancora un loro enorme peso! 

I problemi restano invece nel mercato interno, dove la situazione è sempre più complessa, e comunque sempre mercato “inchiodato”, fatta eccezione per qualche posizione di farina di soya sui 12 mesi del 2023 con valori per la proteica intorno ai 500€ partenza Ravenna e 505 su Venezia. 

Cominciano ad essere valori interessanti validi specialmente sui primi sei mesi del ‘23. Purtroppo, “il Cartello” continua a non voler dare quotazioni spezzate, ma credo che a breve saranno costretti per esigenze di “fine anno” a cedere e creare posizioni sul trimestre o quadrimestre. E allora occorrerà colpire perché il periodo sarà “severo” e breve! 

Il mercato in pillole.

Cereali: mais cedente, orzo e grano stabili ma, potrebbero retrocedere. Cruscami: ancora incandescenti! 

Sottoprodotti del Riso un filo in meno di tensione. Fibrosi fermi e cari! Sottoprodotti dell’agroalimentare sempre ricercati e cari. Proteici: in ridimensionamento e spinti dalla far soya. 

Riportiamo quanto scrivono due colleghi A.C. e S.R. nell’editoriale della Fimaa:

 “Quasi tutte le filiere economiche sono in grave sofferenza e questo noi mediatori merceologici lo verifichiamo giorno per giorno nell’ambito dell’esercizio delle nostre professioni. La rottura dei normali equilibri economici sta determinando la composizione di nuove alleanze di nazioni: la fornitura a prezzi vantaggiosi di gas e petrolio (ed altre commodities) ad alcuni stati invece che ad altri costituisce nuovi fronti politici, in sostituzione di quelli ideologici. La componente energetica, inoltre, diventa discrimine per la competitività di aziende o di interi sistema-paese, mortificando in parte i know-how posseduti.” “D’altra parte, parliamo di prezzi aumentati di oltre il 100% rispetto a due anni fa, cosa non accaduta ahimè al potere d’acquisto delle famiglie. Tuttavia, buona parte degli acquisti per il 2023 non sono ancora stati fatti. Su tutti la farina di soia, alimento base per il mondo zootecnico. Rimane dunque necessario agire ancora sul pronto, parcellizzare le posizioni per dividere il rischio, seguire passo dopo passo il mercato per intercettare il momento giusto per vendere o acquistare. Esiste momento migliore per affidarsi ad un buon mediatore?

Indici Internazionali al 15 novembre 2022

L’indice dei noli B.D.Y. è ceso a 1.325 punti, il petrolio wti è stabile a circa 85 $ al barile, il cambio €/$ gira a 1,03479 ore 08,18 

Indici

Mario Boggini e Virgilio

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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