Una pausa dettata dal lungo ponte statunitense, ci consente di riflettere sui nostri mercati e sulle problematiche connesse.
Per quest’oggi lasciamo perdere i mercati internazionali, stanchi di un lungo ponte iniziato il 24 novembre.
Ma giusto per non perdere l’abitudine ai problemi, sono tante le notizie finanziarie deprimenti per le quali o i Fondi entrano nel nostro mercato con i soldi che spostano da altre parti o il mercato langue a fronte di bassi consumi e quindi si stabilizza o scende.
La difficoltà, ormai cronica, che prosegue senza sosta da quasi due mesi, è il possedere quotazioni sul breve medio termine da parte del cartello degli importatori, specie sul comparto proteici, farina di soya.
Da un lato è un comportamento giustificabile a causa dell’incertezza, ma dall’altro hanno anche scoperto essere un “comodo sistema” al quale affiancano l’essere sempre piuttosto “corti” di merce.
Tutto ciò si traduce in un mercato in tensione nonostante i bassi consumi.
L’esempio più eclatante è ila promozione del prezzo sul 2023 in un’unica soluzione senza segmentarlo in semestri o quadrimestri eccezion fatta per una occasione, nei giorni scorsi, di un aprile-dicembre.
Insomma, un modo per far comprendere chi ha il coltello per il manico!
Quindi, ancora di più resta valido il fatto che il primo requisito per i contratti a lungo e medio termine non è più il prezzo, ma la sicurezza della esecuzione!
Questo non vale solo sulla farina di soya, ma su tutti i prodotti perché l’oligopolio degli approvvigionatori tende a rinforzarsi riducendo il numero degli attori!
Pertanto, in risposta, è necessario cercare di avere quote prefissate in anticipo e più quote con diversi attori, anche al di fuori del territorio nazionale, o delle solite filiere commerciali abituali.
Certo magari occorre qualche sacrificio nella puntualità del pagamento o nel rispetto delle regole, ma è solo imparando che si cresce!
Mario Boggini e Virgilio
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it