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Il Governo gioca a nascondino

Le tasse occulte della manovra di bilancio 2024

Non più tardi della scorsa primavera quotidiani e tv hanno riportato per più giorni la preoccupazione del Governo per il calo demografico italiano culminato nel 2022 nel record negativo di appena 392mila nuove nascite. 

All’epoca si è parlato dello stanziamento di 1,5 miliardi di euro per diverse misure come l’implementazione di consultori e welfare aziendale, oltre al bollino rosa per le imprese che rispettano la parità di genere, ad esempio non penalizzando carriera e occupazione delle donne e delle mamme, ed altro ancora. 

Tra gli obiettivi c’è stato anche quello di arrivare entro la legislatura a potenziare l’assegno unico per i figli rendendolo universale, ovvero farne un diritto sganciato dal reddito dei genitori e dunque dall’ Isee.

Come al solito lo Stato se da una parte concede, dall’altra trattiene ed ecco che nella manovra di bilancio 2024 compare l’aumento dell’iva per i prodotti per l’infanzia e per la donna.

Mentre per quest’ultima in verità il taglio dell’iva deciso negli anni precedenti è stato assorbito dagli aumenti, come tra l’altro si è ipotizzato già all’epoca, cosa ben più grave è non sgravare i prodotti per i neonati come il latte in polvere o tutti quei beni necessari nella vita quotidiana per affrontare i primi mesi di vita del bambino. La domanda nasce spontanea, come si fa a combattere il calo demografico se non si mette in condizioni l’italiano medio di potersostenere il costo di beni che oggi si rendono necessari?

Naturalmente le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra e lamentano una scelta infelice da parte del Governo Meloni, che con questa Manovra di dichiara a parole dalla parte dei ceti medio-bassi e delle famiglie.

Ma il balzello non finisce qui, la Manovra 2024 prevede diversi aumenti fiscali e nuovi balzelli “sparsi qua e là”,  al fine di reperire i fondi necessari per coprire la spesa destinata ad altri provvedimenti quali il taglio del cuneo fiscale e alla riforma IRPEF.

Nella bozza della Legge di Bilancio, si autorizzano i comuni capoluogo, le unioni di comuni e le città d’arte e turistiche ad aumentare fino a un massimo di due euro a notte l’imposta di soggiorno per chi alloggerà nel corso dell’anno del giubileo previsto per il 2025 presso le strutture ricettive del proprio territorio. In realtà questa norma dovrebbe servire per compensare un minor gettito dallo Stato ai Comuni, fatto per il quale anche qui c’è un confronto in corso. 

Un altro costo a carico delle imprese è l’obbligatorietà nello stipulare entro il 2024 polizze assicurative contro i danni catasfrofici da calamità naturali, per quanto sarebbero previsti incentivi statali. 

Agli inadempienti sanzioni fino a un milione di euro. Le note informative saranno rese pubbliche solo dopo che l’attuale bozza della legge sarà pubblicata nel suo testo ufficiale.

In tendenza con quanto anticipato da piccoli provvedimenti nei mesi precedenti, la “Tassa AirB&B” prevede un aumento della cedolare secca per il contratto di locazione turistico.

In pratica I cittadini privati che affittano casa a scopo turistico (fino a 4 unità immobiliari) e che optano per la cedolare secca dovranno pagare un’imposta che sale dal 21 al 26%.

Un altro colpo al cuore per chi si è districato nella ristrutturazione dell’abitazione godendo dell’agevolazione del superbonus 110% è l’ulteriore tassa sugli extra profitti (la plusvalenza incassata dall’operazione di compravendita) nel caso in cui l’immobile venga venduto entro i cinque anni dall’effettuazione dei lavori (è esclusa la prima casa).

Appena il testo sarà definitivo e pubblicato sarà possibile aggiornare e definire tutte le previsioni ivi contenute e riportarle nei prossimi articoli.

Mario Vacca

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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