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Home Economia IL GRANDE BLUFF, ad un mese di distanza…

IL GRANDE BLUFF, ad un mese di distanza…

Il 23 marzo scorso con l’articolo intitolato “Il Grande bluff” ho parlato di una “miscela esplosiva” a danno delle imprese messa sul campo da una serie di eventi  riconducibili alla ripresa post pandemica, alla guerra russo-ucraina,  dall’aumento dei tassi e dell’inflazione, accompagnati da una serie di problematiche interne al settore bancario.

Di un crollo economico e finanziario ne parla in particolar modo Nouriel Roubini, un economista noto proprio per le sue previsioni di crisi finanziarie come quella del 2008; ex economista senior per gli affari internazionali nel Consiglio dei consulenti economici della Casa Bianca durante l’amministrazione Clinton, con esperienza nel Fondo monetario internazionale, mette in guardia il mondo.

Roubini nel 2008 anticipò la grave recessione statunitense partendo dalla preoccupazione per la crisi immobiliare del 2006-2007; immediatamente contestato per la mancanza di modelli matematici a supporto delle sue teorie fu successivamente soprannominato “Dottor Destino” a seguito dell’avverarsi delle sue supposizioni.

Dopo 15 anni l’economista ritorna preoccupato sulla scena mediatica tanto che in una recente intervista alla TV Bloomberg ha riferito: “Non possiamo raggiungere la stabilità dei prezzi, mantenere la crescita economica ed avere stabilità finanziaria allo stesso tempo. Quindi, alla fine, avremo un crollo economico e finanziario”.

Per Roubini   il sistema finanziario non sarà in grado di far fronte alla vastità del debito privato e pubblico che è già stato accumulato, generando un’altra fase di panico.

Secondo l’economista non solo la crisi bancaria non è ancora finita, ma il crollo del sistema economico e finanziario è vicino ed il mondo non è pronto.

Anche se i governi e le autorità (l’economista crea l’analogia statunitense ma a ben vedere le parole sono le stesse di quelle delle istituzioni europee) insistono sul fatto che il sistema bancario sia sano, lo farebbero per guadagnare tempo e non scatenare panico.

Ed infatti, una parte della responsabilità è proprio in capo al sistema bancario partendo dalla crisi di alcune banche specializzate nel settore hi-tech e delle criptovalute, per finire agli istituti europei di cui, da un po’ di tempo, leggiamo news tutti i giorni.

A differenza del 2008 oggi il rapporto tra “il debito privato e pubblico” ed il Pil è molto più elevato e negli ultimi anni sono stati messi a nudo i costi ed i limiti delle politiche monetarie, fiscali e creditizie non convenzionali.

Ritorniamo alla concezione iniziale della “miscela esplosiva” alla quale, oltre all’inflazione si aggiungono ingredienti quali le gravi “megaminacce” (termine usato da Roubini) derivanti dalla depressione geopolitica, dal cambiamento climatico, dal rischio di nuove pandemie e dal diffuso contraccolpo populista che continua a mettere a repentaglio il futuro della globalizzazione e del capitalismo democratico.

Quindi secondo l’economista lo scenario sarebbe ben più grave rispetto a quello del 2008 e le conseguenze non sarebbero sicuramente migliori.

Uno scenario che le aziende devono tenere in debita considerazione nella programmazione delle attività, in particolar modo per ciò che concerne gli aspetti qualitativi degli “Adeguati Assetti”.

Non dimentichiamo infatti che l’articolo 2086 comma 2 del cod.civ. dispone l’obbligo per l’imprenditore che operi in forma societaria di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato rispetto alla natura ed alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d’impresa e della perdita della continuità aziendale.

A tal proposito l’imprenditore deve dotarsi di strumenti più innovativi che consentano l’attuazione di sistemi di controllo strategico rivolti al medio e lungo periodo come la Balanced Scorecard che permette di misurare le performance aziendale non solo dal punto di vista economico e finanziario ma prendendo in esame anche aspetti qualitativi che il bilancio non può evidenziare. 

Tra gli indici qualitativi rientrano la formazione, il clima aziendale, l’innovazione, i rapporti tra soci, le quote di mercato, la soddisfazione dei clienti e tanti altri che evidenziano la capacità dell’azienda di evolversi ed affrontare il cambiamento.

Fatti come quelli considerati nel presente articolo quindi non possono non essere considerati nella stesura della programmazione e del controllo aziendale.

Mario Vacca

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

Link utili:

https://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/40738-il-grande-bluff

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