Giovanni Dal Santo ha 59 anni, vive a Zugliano, in collina, in provincia di Vicenza. Lavora come operaio, si dedica al suo orto e tra un anno lo aspetta la pensione.
Giovanni Dal Santo, ci spiega, aveva un’importante documentazione medica che dimostrava la necessità di un’esenzione dal vaccino anti-Covid. Un’esenzione mai ottenuta che, secondo quanto ci racconta, ha acutizzato le sue patologie pregresse.
Grazie signor Giovanni per aver deciso di raccontarci la sua storia.
Grazie a voi.
Durante la campagna vaccinale anti-Covid, avrei avuto diritto ad un’esenzione dal vaccino anti-Covid in quanto sono affetto da spondiloartrite indifferenziata, una malattia autoimmune permanente riconosciuta da una commissione medica INPS a marzo 2018, e da fibromialgia. Nei mesi freddi sono maggiormente sofferente per via dell’infiammazione causata dalla patologia autoimmune. Vengo infatti seguito da una reumatologa. In passato ho anche contratto l’epatite C, dalla quale sono guarito assumendo un farmaco sperimentale per il quale ho dovuto firmare un consenso al fine di riceverlo.
Come sapeva di aver diritto a un’esenzione?
Avevo letto in diversi articoli le complicazioni del vaccino antiCovid su soggetti con patologie simili alla mia, e lo avevo sentire dire dal dottor Giovanni Frajese.
Fino alla fine di gennaio 2022 ho atteso il documento di esenzione dal vaccino antiCovid, temevo però quella fatidica data spartiacque, il 15 febbraio 2022, quando entrava in vigore l’obbligo di Green Pass che doveva dimostrare l’eseguita vaccinazione per tutti i lavoratori sopra i 50 anni: chi non era in regola veniva sospeso dal lavoro. Così il 22 gennaio, a malincuore, mi sono recato all’hub vaccinale di Bassano del Grappa, con tutta la documentazione che provava che non potevo sottopormi a questo trattamento sanitario, nella speranza che il medico vaccinatore valutasse il mio caso e mi esonerasse dal trattamento sanitario. Lui si è rifiutato di eseguire la somministrazione, ma non mi ha rilasciato un’esenzione, però ho conservato il modulo informativo compilato per lo sportello dell’accettazione dell’hub stessa, sul quale c’è scritto dal medico: “Rimandato per malattia in atto”.
Che motivazione le ha dato questo medico?
Nessuna, e io non ho chiesto di più.
Ovviamente ho avvisato il mio medico di Base e la Reumatologa che mi segue dal 2018, ma nessun cenno a rilasciarmi l’esenzione.
Poi ha tentato di nuovo di ottenere l’esenzione.
Sì, il 29 gennaio sono tornato allo stesso hub e ho sperato anche questa volta di ottenere l’esenzione, ma nel frattempo rischiavo di essere sospeso dal lavoro, così quel giorno, il medico vaccinatore non ha esitato di sottopormi alla prima dose; ho firmato il consenso informato e ho ricevuto la prima dose. Non ho accusato alcun malessere.
Invece, dopo la seconda dose, ricevuta 21 giorni dopo la prima, sono iniziati i malesseri: il 20 febbraio mi sentivo debole e frastornato, infatti 2 ore dopo essermi recato al lavoro, sono dovuto tornare a casa. Passati alcuni mesi, il 26 agosto 2022, improvvisamente, mentre ero al lavoro, ho sentito gli occhi bruciare, un calore diffuso in tutto il corpo, la testa che girava, una debolezza fortissima. A casa avevo la febbre a 39,2°. Ho eseguito il tampone in farmacia barcollando. Era negativo. Ho eseguito un altro tampone dopo due giorni ed il secondo tampone era positivo. Ho chiamato il medico di base e l’indicazione è stata quella di assumere tachipirina e stare a riposo. Avevo una forte tosse e tremavo di freddo nonostante fosse agosto.
Quindi a settembre 2022 ancora le davano “Tachipirina e vigile attesa”.
Sì. Ma io avevo chiamato anche una farmacia di fiducia, e i farmacisti mi hanno prescritto vitamina C e D e antinfiammatori. La febbre e la tosse, con oppressione al petto è durata per più di una settimana.
Dopo due mesi (da ottobre 2022) sono comparsi nuovi dolori, tendini doloranti e spesso dolori intensi che somigliano a delle scottature lungo il muscolo interno a lato della tibia, dolore acuto ai piedi. Questi dolori sono rimasti costanti. Inoltre è comparsa anche una metatrasalgia al piede destro. Quindi mi trovavo ad avere avuto il Covid, e anche a vedere aggravati i sintomi e i dolori delle patologie con cui avevo a che fare già da anni.
E li ho tuttora.
Cosa dice ora la sua cartella clinica?
Secondo la mia reumatologa i miei sono sintomi legati al Covid-19. Nessun medico ha mai preso in considerazione che possa trattarsi di danni vaccinali.
La mia qualità della vita si è nettamente abbassata a causa dei dolori e della fiacca costante. Ho il 60% di invalidità riconosciuto dall’INPS e al lavoro sono stato agevolato perché posso lavorare anche da seduto e questo mi aiuta molto. Nel pomeriggio però, ho spesso bisogno di riposare e riesco a dedicarmi molto meno al mio orto.
Si è rivolto a istituzioni competenti per denunciare quello che le è successo?
Ho scritto all’AIFA, ma hanno abbinato il codice della mia segnalazione ad un nome sbagliato. Così ho inviato una e-mail perché rettifichino l’errore. Mi è stato confermato di aver ricevuto la mia rettifica. Ho stampato tutta questa documentazione, ossia lo scambio di e-mail, in attesa di ricevere una risposta nel merito della mia segnalazione.
Lei crede che il peggioramento dei suoi sintomi sia dovuto alla malattia da Covid o al vaccino antiCovid?
Non ho certezze, ma quello che so è che ho fatto, sotto ricatto, un vaccino e quest’ultimo non solo non ha impedito la trasmissione del virus, ma sono anche stato molto male, e per di più vedo aggravata la sintomatologia delle mie patologie pregresse!
Giulia Bertotto