Il 20 gennaio 2025, Donald Trump ha prestato giuramento come 47º Presidente degli Stati Uniti, annunciando immediatamente l’intenzione di porre fine al Green Deal e di ritirare il Paese dagli accordi di Parigi sul clima. Ha dichiarato che, sotto la sua amministrazione, i cittadini americani potranno scegliere liberamente veicoli, elettrodomestici e altre tecnologie senza imposizioni governative.
Trump ha proclamato un’emergenza energetica nazionale per avviare nuove trivellazioni di petrolio e gas, con l’obiettivo di ridurre i costi energetici interni e trasformare gli Stati Uniti d’America in un esportatore leader di combustibili fossili.
Ha criticato la costruzione di vasti parchi eolici, sostenendo che deturpano i paesaggi naturali e non soddisfano adeguatamente le esigenze energetiche degli americani. In contrasto, l’Unione Europea continua a promuovere il Green Deal, nonostante crescenti critiche e pressioni interne. Il Partito Popolare Europeo (PPE) ha ridotto il suo sostegno all’agenda verde a causa delle pressioni di partiti di estrema destra che giustamente muovono critiche al dogma del cambiamento climatico.
La decisione di Trump di abbandonare il Green Deal riflette una strategia volta a garantire l’indipendenza energetica degli Stati Uniti, stimolare l’economia e ridurre l’inflazione attraverso l’uso delle risorse naturali del Paese.
In conclusione, mentre l’Unione Europea insiste su politiche verdi che incontrano resistenza, causano divisioni interne e pongono problemi di effettivo vantaggio, l’approccio di Trump mira a sfruttare le risorse energetiche nazionali per promuovere crescita economica e sicurezza energetica, offrendo ai cittadini maggiore libertà di scelta e potenzialmente posizionando gli Stati Uniti come leader energetico globale.
Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it