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Orpello assicurativo per le imprese contro le calamità naturali

Dov’è finita la legittima sicurezza di cittadini ed imprese?

Sin dalle elementari abbiamo imparato dai libri di storia e di scienze che la natura si evolve e che le più violente e distruttive manifestazioni naturali esistevano ben prima della comparsa dell’uomo che, anzi, da quando ha iniziato la propria esistenza è tutt’uno con l’ambiente che lo circonda, ne fa parte, ne è intimamente connesso. Il genere umano deve continuare ad evolversi ed a progredire sfruttando e preservando tutto ciò che gli consenta di farlo, con quel buonsenso che a volte manca.

Una moda quella degli ambientalisti estremisti che celebrano l’estinzione della specie e dell’apocalisse globale per spingere i governi ad adottare provvedimenti discutibili circa gli effetti che si avranno sull’evoluzione del pianeta e che di fatto impediscono lavori che andrebbero eseguiti. Come dicevo poc’anzi però, è il buonsenso che deve guidarci.

Indiscutibilmente, negli ultimi 200 anni, l’azione dell’uomo sul territorio ha avuto un’accelerazione impressionante, non sempre condita dal buonsenso e che, unita ad un cambiamento della natura, provoca sempre più spesso danni a persone e cose. Le precipitazioni d’acqua possono essere considerate quasi una costante nell’anno solare, quello che è cambiato è la finestra temporale nella quale avvengono, e cosi che, tali cambiamenti uniti alla disattenzione dell’uomo verso il territorio generano le tragiche conseguenze a cui abbiamo assistito anche nella primavera dello scorso anno. Un trend che avviene ormai da tempo per il quale la politica ha perso ogni treno per intervenire su opere pubbliche al fine di mitigare l’ormai inevitabile alternarsi di alluvioni e siccità quali invasi e progetti simili.

L’idea uscita dal cilindro per questo 2024 è stata quella di obbligare le imprese ad assicurarsi contro le calamità naturali.

Nella legge di bilancio il Governo ha previsto un obbligo, per ora in capo solo alle imprese, di stipulare un’assicurazione proprio contro le calamità. Le tempistiche per poter adempiere non sono comunque ristrette. Le imprese dovranno infatti adeguarsi entro il 31 dicembre 2024.

La previsione è contenuta all’art. 1 commi 101 – 111 della Legge n. 213/2023 (legge di bilancio 2024) che impone l’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali, o meglio, contro gli eventi catastrofali a tutte le imprese con sede legale in Italia o con sede all’estero ma stabile organizzazione in Italia, su terreni, fabbricati, impianti e attrezzature industriali per tutelarsi dalle conseguenze di terremoti, inondazioni, frane e altre catastrofi.

Sono escluse le imprese agricole perché per queste opera il Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici, istituito dall’art. 1 comma 515 ss. della L. 234/2021. Sono escluse anche le imprese i cui beni immobili risultino gravati da abuso edilizio o costruiti in carenza delle autorizzazioni previste, ovvero gravati da abuso sorto successivamente alla data di costruzione (art. 1 comma 106 secondo periodo).

Le polizze in oggetto devono essere destinate alla copertura di danni direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale. La norma specifica la tipologia di evento di danno qualificante il sinistro assicurabile, elencando espressamente i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni.

La stipula dell’assicurazione è obbligatoria a pena di conseguenze di non poco conto se si pensa che, le imprese che non rispettano l’obbligo rischiano infatti di vedersi negare contributi pubblici, sovvenzioni e agevolazioni.

Le grandi aziende sono ormai assicurate da tempo, mentre la norma tenta di completare il ciclo imponendo la stipula alle pmi che, ovviamente andranno aggravarsi di altri costi a causa di uno Stato che ormai non riesce più a fornire la legittima sicurezza di cittadini ed aziende.

Mario Vacca

In collaborazione con: www.gazzettadellemila.it

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