È ora di dire basta al massacro del nostro paesaggio in nome di una ideologia ambientalista targata UE.
La densità di popolazione, la geografia e altre variabili influenzano significativamente le esigenze e le possibilità di sviluppo energetico di un Paese.
Ad esempio, l’Italia, con la sua densità di popolazione più elevata rispetto alla Francia 117 abitanti per kmq, mentre l’Italia ne ha 206 per kmq, ha meno spazio disponibile per la costruzione di grandi impianti energetici come centrali nucleari o grandi parchi solari e eolici.
Ma la discussione della politica italiana de “noantri” si sta concentrando solo su soluzioni energetiche più dense e condensate da realizzarsi, ad esempio, in Sardegna e Toscana, deturpando aree incontaminate e patrimonio mondiale e che influiranno negativamente sul turismo.
Nel D.L. Semplificazioni si è totalmente ignorato il Regolamento europeo 2021/241 che detta le norme secondo le quali si devono proteggere gli ecosistemi senza produrre alcun danno ambientale.
Anziché adattare le strategie energetiche alle specifiche condizioni ed esigenze territoriali, si pensa invece a sottrarre terreni fertili per gli allevamenti e coltivazioni dando agli agricoltori un tozzo di pane, per trasferirne la propietà a grosse società speculative finanziarie internazionali.
l’Italia ha una superficie limitata di spazi pianeggianti, e sono appunto fondamentali e importanti per l’agricoltura e la produzione di cibo e delle eccellenze agroalimentari del “made in Italy”.
Pensiamo alla pianura Padana e altre aree pianeggianti come la Campania sono tradizionalmente tra le aree più fertili del Paese e svolgono un ruolo cruciale nella produzione alimentare.
La sottrazione di suolo per la trasformazione di terreni agricoli, naturali o forestali in aree infrastrutturate da pale eoliche o mega distese di impianti fotovoltaici, non solo impoveriscono le aziende agricole, ma questo processo localizzato, oltre a compromettere la biodiversità, riduce “volutamente” la disponibilità di terreni agricoli e comporta la cessione della sovranità alimentare.
Anche davanti all’evidenza che la cocciuta politica oltranzista green della UE non salva nessuno, anzi ci manca poco che faccia saltare in aria aziende come la Volkswagen, la Mercedes, si continua a portare avanti la supida lotta della transizione ecologica, attraverso una dottrina profondamente anticapitalistica e antioccidentale, esclusivamente per farsi karakiri.
Anche quella messianica sacerdotessa di Greta Thunberg ha mollato da tempo, forse perché ormai è chiaro che era portatrice di interessi di mercato di un falso ambientalismo.
Ai tempi dell’Olocausto, le persone sono state considerate come oggetti da eliminare per ragioni ideologiche perverse, oggi invece la pervesione di alcuni è quella di sterminare la natura per proudurre inquinando, cibo sintetico e farina da locuste e grilli salvo anche mangiarli.
Ma se vogliamo promuovere un uso sostenibile del territorio, bilanciando le esigenze di sviluppo urbano, infrastrutturale ed economico con la protezione dell’ambiente e delle risorse agricole, le alternative ci sono, come l’energia solare sui tetti, l’energia geotermica o l’energia idroelettrica, piuttosto che su grandi impianti centralizzati.
E come si dice cadono a fagiulo le parole del poeta veneto Andrea Zanzotto: “un bel paesaggio una volta distrutto non torna più”.
Andrea Caldart