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Caos continuità sarda. Volotea fa ricorso al Tar

Il prossimo 15 ottobre Alitalia smetterà di volare. A prendere il suo posto con certificata tempestività, sarà “Italia trasporto aereo spa”, nota con l’acronimo Ita. Almeno così ha dichiarato a nome della proprietà pubblica la viceministra all’Economia e alle Finanze, Laura Castelli, martedì 5 ottobre in Parlamento: “il governo conferma la partenza di Ita per il 15 ottobre”, precisando che è consapevole di lanciare “una start-up ed una start-up ha i rischi di mercato che sono enormi”, ma lo Stato ha pur sempre deciso di sostenere l’iniziativa con 1,35 miliardi di soldi pubblici. Tra i lasciti della morente Alitalia, in amministrazione straordinaria, di cui Ita è erede per disco verde della Commissione Ue, oltre a un terzo dei dipendenti con contratto decurtato del 30% e una flotta di 52 aerei, la nuova start-up pubblica dei cieli italiani pare pure aver ottenuto la buona sorte che ha sempre accompagnato Alitalia nelle gare con le istituzioni pubbliche italiane.

Caso emblematico quello della Sardegna. La Regione sarda ha infatti una storia anomala di affidamenti per la continuità territoriale ad Alitalia nonostante la sua condizione di amministrazione straordinaria dal maggio 2017 la rendesse inidonea a partecipare. E sul solco di questa anomalia la Regione a guida Christian Solinas ha preso atto solo il 30 agosto che la morente compagnia aerea avrebbe finito di volare il 15 ottobre, con potenziale stallo della continuità territoriale da e per l’isola. A risolvere la matassa un Decreto ministeriale del 14 settembre con cui il Governo ha rinnovato gli oneri di servizio pubblico (Osp) – alias i contributi pubblici per la continuità territoriale – sulle tratte a gara tra Alghero, Olbia e Cagliari e gli scali di Milano Linate e Roma Fiumicino. A quel punto, ottenuto il disco verde da Bruxelles per una gara lampo – tecnicamente “procedura d’emergenza” – che il caso vuole sia già stata più volte utilizzata dalla regione quando si tratta di affidare i suoi Osp,  la Regione Sardegna ha così invitato 12 compagnie aeree a presentare in sette giorni un’offerta per coprire la continuità territoriale dei sardi dal prossimo 15 ottobre al 14 maggio 2022. Si sono presentati in due: Ita e Volotea e considerato che l’unica modalità di scelta era il prezzo più basso Volotea si è sentita con la vittoria in tasca potendo verificare di aver presentato un’offerta di tre milioni di euro più bassa di Ita.

Ma la “buona sorte” aveva in serbo il colpo di scena. Cinque giorni fa Regione Sardegna ha infatti escluso la compagnia spagnola Volotea dalla gara poiché nella sua domanda di partecipazione mancava la fotocopia della carta d’identità del legale rappresentante Carlos Muñoz. Secondo la normativa italiana infatti atti notori o autocertificazioni trasmessi telematicamente hanno valore solo se accompagnati dalla fotocopia fronte retro della carta d’identità di chi ha firmato il documento originale inviato a distanza. Quindi, norme alla mano, avrebbe ragione Regione Sardegna. Resta però ancora da chiarire se la documentazione prodotta fosse o meno firmata tramite modalità – quale la firma digitale – che il regolamento europeo 910/2014 eIDas certifica come valide verifiche di identità a prescindere dall’allegata fotocopia della carta d’identità. Può comunque Regione Sardegna lasciar sfumare un risparmio di tre milioni di euro per una fotocopia di un documento d’identità assente? La legge italiana contiene il principio del soccorso istruttorio, ovvero la possibilità della pubblica amministrazione di segnalare dei piccoli errori a chi partecipa alle gare, per consentire di sanarli a beneficio dell’interesse pubblico (qui, per esempio, l’avere un servizio efficiente con tre milioni di euro di risparmio). Ma la Regione Sardegna ha già messo nero su bianco di aver rifiutato il soccorso istruttorio forte di una sentenza del Consiglio di Stato del 2019.

Foto di RENE RAUSCHENBERGER da Pixabay
Foto di RENE RAUSCHENBERGER da Pixabay

Davanti a questo quadro Volotea ha reso noto ieri di aver presentato “ricorso al Tar della Sardegna chiedendo la sospensiva dell’efficacia del provvedimento con il quale è stata esclusa”. I legali della low-cost sarebbero inoltre al lavoro per un “reclamo formale che verrà inoltrato alla Commissione europea” perché “la decisione di escludere Volotea dalla gara per una mera formalità lede i principi fondamentali del diritto nazionale e dell’Ue in materia di contrattazione pubblica”. L’accusa della compagnia spagnola è di una scelta che “elimina di fatto ogni forma di concorrenza tra i due partecipanti” con la beffa di escludere l’offerta che “consentirebbe un risparmio complessivo per la Regione Sardegna, e per i suoi contribuenti, di circa tre milioni di euro”.

In attesa del Tar sardo, la procedura di gara non è stata chiusa e stanno proseguendo le verifiche di Regione Sardegna sui requisiti di Ita con una richiesta urgente di integrazione a scadenza oggi 7 ottobre. Qualche dubbio sul fatto che una compagnia nata il 10 settembre scorso li possa avere tutti, è più che lecito. A titolo di esempio dovrebbe possedere una licenza di trasporto aereo ai sensi del Regolamento Ce 1008/2008 che prevede, tra l’altro, la verifica di “un piano economico per almeno i primi tre anni di attività” e di “distribuire e vendere i biglietti secondo gli standard Iata via internet, via telefono, presso le biglietterie degli aeroporti”. Una banale visita sul sito web di Ita mostra che ad oggi “la vendita dei biglietti è effettuata da Alitalia Sai spa in As”.

Francesco Sanna

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