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Home Interviste Vaccini anti-Covid, Daniele Giovanardi: “Continuiamo a inoculare sostanze su cui vige il segreto militare”

Vaccini anti-Covid, Daniele Giovanardi: “Continuiamo a inoculare sostanze su cui vige il segreto militare”

il dott. Daniele Giovanardi

Il dottor Daniele Giovanardi è nato a Modena nel 1950. Medico, è stato Vice Presidente e Segretario dell’Ordine dei Medici, Presidente della Croce Rossa di Modena e fondatore della Confraternita della Misericordia. Membro della Commissione Nazionale per l’emergenza – urgenza, Responsabile Nazionale del Sindacato SNAMI, e Consigliere Nazionale della SIMEU (Società italiana di medicina emergenza-urgenza).

La sua carriera professionale si è realizzata al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena, da medico frequentatore a Direttore.

Carabiniere, atleta olimpionico, pittore, si occupa tuttora di volontariato.

Lo abbiamo intervistato per chiedergli cosa pensa della gestione pandemica, degli effetti del vaccino anti-Covid e del suo impegno politico con Democrazia Sovrana Popolare.

In un’intervista pubblicata su La Verità il 10 luglio dal titolo “La gestione Covid è stata un crimine contro l’umanità” lei afferma che: “prima si è fatto il contrario di quanto prescriveva il piano pandemico (che non era stato aggiornato NdR) e ora non si indaga sulle morti improvvise”.

Al di là degli errori e degli orrori commessi in nome della scienza dal 2019 ad oggi, è la prima volta che nella storia umana le persone vengono lasciate morire da sole, senza conforto dei familiari né della figura del sacerdote. Questo è stato il crimine contro l’umanità: abbandonare i moribondi è qualcosa che nella pietas umana non era mai accaduto. La morte è un momento topico della vita, infatti è scandito come ogni tappa fondamentale da un rito: come accade per il battesimo, il matrimonio e l’estrema unzione.

Lo svilimento del sacro e l’alienazione del Trascendente è un tratto che caratterizza la nostra epoca.

Il problema è che lo ha avallato che la Chiesa cattolica; ha scambiato l’acqua santa con il disinfettante.

Per quanto riguarda il piano pandemico le dirò che non c’era un bel niente da aggiornare. Negli ospedali si deve sempre essere preparati: ogni sei mesi occorre verificare la disponibilità di mascherine, collaudare la vestizione dei medici e degli infermieri, controllare se ci sono dispositivi di protezione per il corpo e se una serie di apparecchiature funzionano. Come nel settore militare si svolgono le esercitazioni, in quello sanitario ci si tiene pronti ad un’aggressione patogena.

Invece molti ospedali non erano pronti e per di più sono stati letteralmente invasi da cittadini -contagiati o meno- presi dal panico.

I malati andavano visitati nelle loro case per tenere fuori il virus dagli ospedali e laddove le persone di presentassero in pronto soccorso dovevano essere visitate in un’area esterna apposita, per la stessa ragione. Dal Carbonchio alla Sars non si deve inquinare la struttura sanitaria: lo sanno anche gli studenti di medicina del primo anno. E’ stato fatto esattamente il contrario.

A marzo mi sono fatto da solo mascherine con stoffa e carta da forno, pensi lei come eravamo ridotti. Questo è dovere del medico, ingegnarsi per seguire i propri pazienti.

Invece hanno abbandonato i pazienti proibendo ai medici di andare a visitarli. L’ignoranza sulla vera causa della insufficienza respiratoria ha tratto in inganno i rianimatori che hanno applicato una terapia sbagliata.

Qualcuno potrebbe  obiettare che le cause dei decessi non erano conosciute.

Certo che non erano conosciute, le autopsie erano fortemente sconsigliate! Se si fossero fatte fin da subito si sarebbe capito da cosa era causato il decesso (trombosi vascolare) e così si sarebbero risparmiate tante vite.

Il lockdown poi era la ricetta per far ammalare le persone più che per tutelarle: senza vitamina D, aria aperta, lontane dagli amici, separate dagli affetti, anche il sistema immunitario risentiva della paura e della coercizione…

Sì, sembrava che si cercasse una ricetta per far ammalare le persone invece che per tutelarle.

Lei ha affermato che dobbiamo chiamare i composti mRNA “farmaci” e non vaccini. Intanto la scienza ci promette nuovi preparati anti cancro e anti malattie virali sempre sulla base di questa tecnologia genetica. Che ne pensa?

Innanzitutto spieghiamo che si definisce vaccino un batterio o virus morto o molto attenuato che si inietta nell’organismo per spingere quest’ultimo ad attivare anticorpi (cosicché siano pronti in caso in cui entri in contatto con il patogeno non indebolito) senza mettere in pericolo la salute della persona. Con questi sieri hanno iniettato un farmaco contenente RNA che da ordine alle cellule della persona di fabbricare una proteina detta Spike, uguale a quella del virus di Wuhan, e di per se tossica. Per 4 mesi si è notata una minor aggressività della malattia, ma quando il virus è mutato si è persa anche l’efficacia vaccinale.

Il “vaccino universale” anti cancro per ora è solo un’ipotesi di lavoro, come spiega infatti la letteratura scientifica. Forse, andando ad incidere sul DNA umano ci sarà la possibilità di contrastare l’insorgenza di tumori. Il grosso problema è che il cancro è una patologia multifattoriale: si va dalla causa psicosomatica, a quella infettiva, genetica, alimentare, ambientale. Allo stato attuale è quasi impossibile pensare di fermare i tumori con un vaccino. Infatti finora tutti i tentativi di bloccare le neoplasie tramite vaccino sono falliti.

Però la proteina spike è dannosa di per sé, al di la dell’averla inettata quando ormai il virus era già mutato. E’ corretto?

Le migliaia di effetti avversi che si verificano sono legati alla presenza di questa proteina.

Quali esami specialistici dovrebbe fare un paziente che si sia vaccinato e ora teme per la propria salute?

Sicuramente gli esami della coagulazione sono utili ma non c’è sufficiente esperienza. Questi farmaci sono stati sperimentati su poche persone  giovani e sane. La stessa Pfizer ha ammesso che non sono stati testati neppure per gli anziani, per i fragili e per le donne in gravidanza, categorie alle quali ancora viene caldamente raccomandata l’inoculazione! E non sappiamo neppure cosa ci sia effettivamente dentro in quanto c’è il segreto militare.

Sapendo tutto questo chi avrebbe firmato un consenso informato che rimetteva al solo paziente qualsiasi tipo di responsabilità per gli effetti collaterali? Nessuno, ecco perché serviva quella menzogna e quella minaccia: “Se non ti vaccini muori e fai morire”. Hanno fatto credere all’opinione pubblica che non ci fosse altra terapia o possibilità di cura e hanno puntato sulla paura della morte e sul senso di colpa verso i parenti.

Gli effetti collaterali non vengono segnalati, film come “invisibili” vedono i posti riservati per sindaci, assessori, direttori AUSL, prefetti vuoti; il problema viene rimosso e così non partono ricerche per conoscere questi effetti avversi. Di conseguenza i giornali non ne parlano e così si innesca un circolo vizioso.

 Secondo lei il Sars-coV2 è il risultato di un salto di specie dal pangolino o da un pipistrello, oppure è esito di esperimenti sul guadagno di funzione quindi potenziamento o modifica genetica? 

Il Sars-coV2 è risultato di manipolazioni genetiche, così come riscontrato dal professor Montagnier. In Usa non permettono di fare simili esperimenti e li conducono invece in paesi come la Cina. Il virus è ingegnerizzato ed è uscito dal laboratorio di Wuhan -controllato prima dai francesi e poi dagli americani- su questo non c’è dubbio. Poi se il virus sia uscito incidentalmente o sia stato un atto volontario questo non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai.

Lei è impegnato sul piano medico e scientifico, su quello del volontariato e della solidarietà e anche nell’attività politica. Come mai ha scelto di collaborare proprio con Democrazia Sovrana Popolare? 

Perché innanzitutto il problema è politico-culturale e non sanitario. Il mondo è nelle mani di Black Rock e Vanguard Group che possiedono le grandi quote azionarie non solo delle case farmaceutiche, ma di quelle industrie che producono armi. 

Marco Rizzo e Francesco Toscano mi hanno offerto l’opportunità di essere utile alla cittadinanza con le mie idee e la mia voce. Sono molti i principi che condivido con Democrazia Sovrana Popolare: sulla visione della guerra in Ucraina e l’urgenza di interrompere l’invio di armi, la necessità di uscire da questa unione Europea e dare spazio ai diritti sociali e sanitari. Sino al 20 Luglio si potrà ancora votare contro l’invio di armi in Ucraina.

Giulia Bertotto

Link all’intervento del Prof. DANIELE GIOVANARDI alla Conferenza Stampa al Senato della Repubblica. Per una democrazia, sovrana, popolare

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