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Chi è Occhiuto, il nuovo governatore della Calabria

Roberto Occhiuto ha stravinto in Calabria come tutti avevano largamente previsto. Una vittoria che per numeri e distribuzione può essere in larga parte sovrapposta a quella di Jole Santelli, la governatrice calabrese scomparsa un anno fa. Come se nulla fosse successo in questo anno. Come se la Calabria passasse indenne e sorda agli eventi o come se i voti espressi fossero qualcosa che ogni candidato ha in dote, di sua proprietà, e passa al successivo di anno in anno.

Ed esattamente come se il mondo e le priorità non cambiassero, Occhiuto continua a pensare che una delle opere da realizzare sia il ponte sullo stretto. Un’antica tradizione dal 1861. Non una parola sul fatto che la sua vittoria non può essere piena con un’astensione tanto alta. Neppure sul dramma demografico da colmare, su paesini che muoiono perché isolati e problemi infrastrutturali maggiori. Niente del genere: basta il ponte sullo stretto. Questo e, a suo dire, un costo del lavoro più basso. Come se le aziende scappassero dalla Calabria poverissima per colpa degli operai e non della ‘ndrangheta. Su queste due cantonate parte la presidenza Occhiuto e viene il dubbio che, nonostante sia in politica da tempo immemore, conosca poco le vere problematiche della regione che governerà. Poi torna anche in mente che il neo governatore sostenne da deputato Udc (Unione di Centro) la Giunta calabrese di centrodestra guidata da Giuseppe Scopelliti quando decise di chiudere 18 ospedali e il dubbio scompare: le problematiche le conosce bene perché c’era quando sono sorte. Non fa pubblica ammenda, come se il Covid non avesse insegnato nulla e quindi quando dice che prenderà in mano lui personalmente il dossier sanità, più che una promessa, sembra una minaccia. Sul tema mafia, infine, ovviamente a lui la ‘ndrangheta “fa schifo” come faceva schifo a Totò Cuffaro che tappezzò Palermo di questo slogan. Poi fu condannato per mafia, Cuffaro.

I benefici (per chi?) della vittoria

Dubbi a parte, la vittoria di Occhiuto ha immediati effetti benefici e fa aumentare i posti di lavoro. Andrea Gentile, il figlio di Antonio Gentile ex-parlamentare e potentissimo sottosegretario in vari governi, prenderà il posto di Roberto Occhiuto alla Camera. Andrea è anche cugino di Katya Gentile, neoeletta alla regione con Roberto e figlia di Pino, notabile potente del centrodestra cosentino con mille affari e già assessore regionale. Una successione in piena regola, come nelle migliori tradizioni medievali in cui i figli succedono ai padri e si portano poltrone e voti. E poco importa se il cognome Gentile è stato nominato da alcuni pentiti come appartenente a una loggia coperta. D’altra parte, Occhiuto aveva promesso che i ragazzi calabresi non sarebbero più stati disoccupati, ma non aveva specificato quali ragazzi.

La dote di successione è il voto, come si diceva. E i calabresi più che elettori, sono dipendenti. Dipendenti delle cliniche private che hanno sostenuto la campagna elettorale del centrodestra, per esempio, o di consorzi e cooperative in rosso che continuano a ricevere finanziamenti. Con questi, Occhiuto ha fatto la sua campagna elettorale. Con questi e con qualche parente di boss come Vincenzo Cusato, in quota Lega. Del resto, non è una novità che la ‘ndrangheta reggina comunichi con esponenti di destra (soprattutto estrema) calabrese, sin dagli anni 70, quando Paolo Romeo, oggi condannato, fu implicato nella fuga del terrorista Franco Freda. Lo stesso Romeo che si vanterà di aver “creato” Scopelliti, quello degli ospedali.

L’amministrazione come passione di famiglia

Ma non bisogna neanche andare tanto lontano o perdersi in alberi genealogici. I problemi di Occhiuto possono partire già dal fratello, Mario, sindaco di Cosenza (il vicesindaco era la Santelli, poi governatrice, sempre per stare alle successioni). Da amministratore ha gonfiato il debito del Comune, ma questo è il meno. È stato rinviato a giudizio nel processo riguardante l’ex ministro Corrado Clini per corruzione internazionale. Diversi pentiti (in particolare Adolfo Foggetti) hanno parlato di alcune ditte che ruotavano attorno alla sua amministrazione. Poi di recente s’è saputo che anche l’antiriciclaggio vuole vederci meglio per quanto riguarda alcuni movimenti che passano per Occhiuto e tale Carmine Potestio. Se non altro, il fratello Roberto ha visto come non si amministra un territorio e poi si sa che in famiglia c’è sempre una pecora nera, bisogna solo capire chi dei due è quella bianca.

Insomma, Occhiuto: molti amici e tutti speciali, mentre sul territorio, direbbe Ennio Flaiano, “poche idee, ma confuse”. Il laboratorio Pd-M5s sembra funzionare ovunque, tranne che in Calabria, dove Forza Italia ha ancora percentuali considerevoli e che viaggia su logiche proprie. Ma non è detto che la Calabria sia una zavorra che il treno Italia si tira dietro con la speranza malcelata di molti che prima o poi si stacchi. Non basta chiudere la porta per lasciare i problemi calabresi ai calabresi perché è facile trovarseli poi al comando, alla locomotiva. In queste storie, non a caso, ci sono sempre ministri, parlamentari e sottosegretari.

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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