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Controlli fiscali su immobili ristrutturati con il Superbonus

Ci siamo, inizia a prendere forma la preoccupazione espressa da più parti già nel luglio 2020.

La Costituzione Italiana prevede che l’approvazione del bilancio sia materia delegata da apposita legge denominata Legge di Bilancio. All’articolo 18 della Costituzione è previsto che la legge di approvazione del bilancio non possa – a differenza della Legge di Stabilità – introdurre nuovi tributi e nuove spese. Ogni altra norma che introduca nuove spese deve indicarne la rispettiva copertura finanziaria.

La c.d. Finanziaria, ovvero la ex Legge di Stabilità è la legge ordinaria proposta dal Governo italiano per regolare la politica economica del Paese per un triennio, attraverso misure di finanza pubblica e di politica di bilancio. Con la Legge di Stabilità il Governo ha la facoltà di introdurre innovazioni normative in materia di entrate e di spesa, fissando anche il tetto dell’indebitamento dello Stato.

Una volta approvata dal Parlamento, la legge finanziaria regola la vita economica del Paese nell’arco di un anno solare. Gli obiettivi economici di più lungo periodo sono invece definiti dal Governo nel Documento di Economia e Finanza.

Dal 2016, la Legge di Bilancio costituisce un unico testo legislativo con la Legge di Stabilità.

Con le novità e gli incentivi di Governo nella Legge di Bilancio 2024 si apre una stagione di nuovi aiuti per famiglie con redditi medio-bassi, a partire dalla riduzione della pressione fiscale dovuta alla riforma degli scaglioni IRPEF e non solo, ma la legge introduce anche nuove microtasse e rincari d’imposta destinati a gravare sulle tasche dei cittadini e delle imprese, non sempre annunciate o palesate tanto da godere dell’appellativo “Le nuove tasse nascoste della manovra”.

Con l’articolo del 24 ottobre scorso dal titolo: “il governo gioca a nascondino”, ho introdotto alcuni balzelli previsti dalla Manovra, tra i quali l’ulteriore tassa sugli extra profitti (la plusvalenza incassata dall’operazione di compravendita) per  gli immobili ristrutturati godendo del superbonus 110% nel caso in cui lo stesso venga venduto entro i cinque anni dall’effettuazione dei lavori.

Tale previsione non è l’unica nascosta nei meandri della norma che contiene anche una nuova stretta per coloro che hanno beneficiato del Superbonus, destinatari di lettere di compliance da parte del Fisco in caso di irregolarità con invito ad aggiornare la rendita catastale.

L’articolo 21 (Misure in materia di variazione dello stato dei beni) prevede un controllo fiscale per verificare la coerenza tra valore degli immobili ristrutturati e relativa dichiarazione al Catasto.

La disposizione prevista del ddl di bilancio evidenzia che sia l’Agenzia delle Entrate a verificare se sia stata presentata (laddove prevista) la dichiarazione in riferimento alla variazione catastale (di cui all’articolo 1, commi 1 e 2, DM Finanze 701/1994) anche ai fini degli eventuali effetti sulla rendita dell’immobile nel catasto dei fabbricati.

L’agenzia avrà a disposizione specifiche liste selettive ottenute incrociando le informazioni custodite nelle diverse banche dati nazionali e regionali dalle quali estrarrà i destinatari dei richiami ai quali inviare un’apposita comunicazione, per verificare che in Catasto sia stata registrata la modifica della rendita in seguito alla realizzazione dei lavori rientranti in quelli di cui all’articolo 119 del dl 34/20 (efficientamento energetico, sismabonus, installazione di impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica di veicoli elettrici).

Le lettere di compliance quindi, avranno l’obiettivo di verificare che ci sia effettiva coerenza tra lo stato degli immobili e le risultanze catastali.

Si tratterà di veri e propri avvisi bonari, e sono previste anche sanzioni per i contribuenti che non verseranno quanto dovuto per aggiornare in Catasto la corrispondenza dell’immobile prima e dopo gli interventi edilizi.

E’ doveroso evidenziare che da più parti si sono reclamate deroghe per gli “Esodati del Superbonus” mentre è stata prevista una serie di ulteriori imposizioni in linea con chi, già all’epoca dell’introduzione del Superbonus, ha annunciato che “gli effetti collaterali” di questa norma sarebbero stati di una portata non sempre accettabile, comprensibile e sostenibile da parte di una gran parte della platea dei beneficiari della normativa. In linea di principio con il precedente richiamato articolo, lo Stato da una parte concede e dall’altra trattiene ed il saldo molto spesso non è a favore del cittadino.

Mario Vacca

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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