Con la bocciatura del Disegno di legge Zan al Senato è difficile comprendere la linea politica del Parlamento italiano. C’è la chiara impressione che si perda soltanto tempo, dando vita a discussioni politiche su un argomento già regolamentato dalla Costituzione Italiana. È del tutto evidente che la filosofia del Disegno di legge Zan era quella di inasprire le sanzioni civili e penali, a coloro che avessero compiuto discriminazioni razziali, etniche, religiose. Ma siamo sicuri che serviva al Paese una simile legge? È veramente la priorità in questo momento storico? Non è pensabile promuovere nuovi provvedimenti legislativi se l’Italia deve affrontare e risolvere problemi più urgenti come l’economia, l’occupazione, gli investimenti, i trasporti, l’ambiente. Scendiamo nel merito per comprendere cosa è già previsto dalla Costituzione Italiana.
La Costituzione Italiana
Cominciamo con l’articolo 3. «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». A seguire c’è l’articolo 6 che tutela le minoranze linguistiche: «La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. Per difendere le confessioni religiose e la loro filosofia di pensiero, rispettando le diversità di opinione chiarisce e impone comportamenti l’articolo 8: «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze».
Francesco Fravolini