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La sfida conservatrice

giorgia meloni

L’ex Presidente della Camera dei Deputati, On. Luciano Violante, in una recente intervista aveva sostenuto che l’intento di Giorgia Meloni e del suo partito politico, Fratelli d’Italia, è quello di costruire gradualmente una forza conservatrice senza il fascismo.

Rinunciata ogni velleità sovranista (in precedenza già la Lega di Matteo Salvini aveva dimostrato come alle parole non era seguito alcun fatto), nonostante i proclami degli anni passati, l’obiettivo della formazione politica erede di Alleanza Nazionale dovrebbe essere quello di scardinare l’egemonia culturale della sinistra italiana, soprattutto dopo il ’68 che ha precluso a tanti intellettuali “di destra” di divulgare il proprio pensiero ad un pubblico più vasto.

In altri termini, sfrattare i moralisti radical-chic da una delle “casematte del potere” di gramsciana memoria.

La nomina del dott. Gennaro Sangiuliano, peraltro un ottimo scrittore, giurista ed una persona di elevata preparazione, a Ministro della Cultura si inserisce perfettamente in questa strategia che, sebbene non “apertis verbis”, ha come scopo quello di conseguire il risultato di cui sopra.

Benché io sia molto critico nei confronti dell’operato del Governo Meloni, al momento molto poco incisivo e, in molti punti, continuatore dell’agenda degli Esecutivi precedenti, ritengo questa “operazione culturale” condivisibile ed apprezzabile, ma temo (mi piacerebbe essere smentito) che essa, per il modo con il quale è strutturata, non consentirà di raggiungere l’obiettivo prefissato.

In assenza, infatti, di un pensiero filosofico forte, roccioso, in grado di mettere al centro l’essere ed idoneo a “governare” il linguaggio, che è fondamentale per dimostrare l’illogicità ed il delirio di onnipotenza insiti nel progressismo e nelle sue diverse ramificazioni, si corre il rischio di inseguire la sinistra nel suo stesso terreno.

Un esempio: la continua richiesta di sposare l’antifascismo e la precisazione di incompatibilità con il fascismo (ce n’è bisogno dopo il giuramento sul Testo fondamentale vigente del 1948 nelle mani del Presidente della Repubblica?), la rassicurazione che la legge ordinaria dello Stato n. 76/2016 sulle unioni civili non sarebbe stata oggetto di intervento da parte del legislatore etc.

Perché, invece, non ribadire la non conformità all’ordine naturale di certe unioni tra persone dello stesso sesso (che non significa discriminare in quanto si accoglie una concezione di natura intesa come “quidditas”, essenza dell’ente uomo, e non in senso naturalistico, biologico, meccanicistico), perché non sostenere che certe festività civili sono ancora oggi divisive, che l’antifascismo non esiste senza un fascismo e che non fu mai un’ideologia, ma una amalgama di partiti, tra loro molto diversi, che tra il 1943 ed il 1945 hanno lottato per abbattere il fascismo e proporsi come nuova classe dirigente del Paese, dando allo stesso una Costituzione “anfibia” e “modulare” che ha favorito il “colonialismo giudiziale” del giudice delle leggi, perché non chiamare l’Unione Europea con il proprio nome e cognome, ossia uno strumento istituzionale a servizio dell’ideologia neoliberista, progressista e cosmopolita che mette al centro i mercati e non la persona, che ha sostituito all’aspettativa del posto di lavoro la flessibilità dello stesso (va bene ridurre il cuneo fiscale o renderlo in prospettiva strutturale, ma non basta) ed ha portato ad intervenire sul sistema previdenziale (la riforma Fornero) secondo le logiche della “democrazia assoggetta al mercato”? Eppure, non mancano studiosi seri e di spicco, trattati come “Cassandre inascoltate nel deserto”.

Il vero conservatorismo lotta contro l’immigrazione incontrollata, battaglia contro la globalizzazione, ascolta un’opinione pubblica in buona parte contraria all’invio di armi alla Repubblica di Ucraina, non parla a vanvera di riforme costituzionali (quali? Premierato, semi-presidenzialismo, presidenzialismo?), che non rendono un sistema né migliore, né efficiente, perché questo risiede nella virtù degli uomini e non certamente nelle leggi “creontee”, non scende a compromessi per assicurarsi la governabilità, confermando al contempo il nostro essere colonia degli Stati Uniti d’America fin da quell’08 settembre 1943, da quella morte della Patria della quale non tutti sono pienamente consapevoli.

Non bastano l’impegno sul “reato universale di maternità surrogata” (condivido politicamente l’idea anche se è poco praticabile sul piano giuridico come lo era il tanto decantato “blocco navale”) o la lotta alla ideologia “gender”. È il minimo sindacale.

Da una forza conservatrice mi aspetto una vera e propria controrivoluzione culturale, politica e giuridica.

È vero che, da ottobre 2022 ad oggi, sono solo 07 mesi da quando l’Esecutivo Meloni è entrato nel pieno delle sue funzioni dopo la fiducia nelle due Camere, ma, tranne poche e rare eccezioni, non vedo la reale intenzione di un cambio di rotta.

Mancano gli uomini e, soprattutto, il pensiero. Scriveva Francesco Saverio Nitti (1868-1953): “I politici italiani sono in generale uomini di assai mediocre valore: non amano noie e anche i migliori fra di essi sono incapaci di affrontare i problemi di larga importanza”.

Una perfetta descrizione non solo del centro-sinistra, ma anche della “destra della sinistra”.

Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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