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Nuove indagini sul sistema di potere di Vincenzo De Luca

L’11 ottobre 2021 una bufera giudiziaria s’è abbattuta sul palazzo della Regione Campania scuotendo il sistema di potere di Vincenzo De Luca. Sono in tutto 29 gli indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e alla corruzione nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica su appalti truccati e tangenti. Tra loro, tanti sono i fedelissimi del governatore.

Le indagini

Le indagini hanno portato alla luce un meccanismo collaudato di appalti pilotati assegnati in cambio di utilità e pacchetti di voti. In particolare, i fatti contestati riguardano appalti di manutenzione del patrimonio pubblico dell’importo di circa 200mila euro ciascuno, per un totale di 1,6 milioni di euro l’anno attribuiti a otto cooperative ritenute tutte riferibili a un unico imprenditore, Fiorenzo Zoccola. Secondo il Gip, si tratta di “un sistema che ha radici lontane nel tempo e che trae linfa vitale dalla partecipazione di esponenti della politica locale che, di tale impianto, si avvantaggiano per scopi personali ed elettorali”. Attorno a queste figure viene delineato l’operato di “altri pubblici funzionari ed esponenti politici i quali a vario titolo, con diverse responsabilità, hanno reso possibile il consolidarsi del monopolio in capo al gruppo imprenditoriale, con reciproci vantaggi”.

Protagonisti indiscussi sono l’imprenditore Fiorenzo Zoccola e gli amministratori Giovanni Savastano e Luca Caselli, fedelissimi di De Luca. Zoccola, presidente di fatto di ben otto cooperative, aveva in mano la manutenzione ordinaria e conservativa del Comune di Salerno grazie a un rapporto privilegiato con l’apparato amministrativo, come emerge dalle intercettazioni. Rapporto privilegiato stretto in particolare con Savastano, consigliere regionale ed ex-assessore (per diverse legislature) e Caselli, dirigente del settore ambiente, in pensione da luglio scorso. Entrambi finiti ai domiciliari, al primo viene contestato anche il reato di corruzione elettorale. Candidato nella lista civica “Campania libera”, a sostegno di Vincenzo De Luca e da sempre vicino al governatore, alle ultime elezioni regionali Savastano era stato battezzato “mister preferenze” risultando il più votato nella circoscrizione di Salerno (16.569 voti).  Preferenze che, stando alle indagini, sarebbero stati ottenuti proprio grazie a Zoccola.

Savastano “stabilmente asserviva le funzioni pubbliche agli interessi personali propri e del privato in cambio del sostegno elettorale assicuratogli da Zoccola Fiorenzo (arrestato, ndr), garantendo a quest’ultimo l’affidamento degli appalti banditi dal Comune di Salerno aventi ad oggetto servizi pubblici alle società cooperative sociali riferibili al privato e ai suoi sodali. In particolare, Zoccola a fronte della promessa di procurare a Savastano Giovanni sostegno politico e voti in vista delle elezioni regionali del settembre 2020, otteneva da parte del pubblico ufficiale la promessa dell’aggiudicazione e della proroga degli affidamenti degli appalti di servizi pubblici banditi dal Comune di Salerno, appannaggio esclusivo delle società cooperative gestite dal medesimo ovvero dai suoi sodali”. Nell’ordinanza la gip Gerardina Romaniello definisce il rapporto tra Savastano e Zoccola di “un consolidato accordo corruttivo”.

Indagati anche il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli per turbativa d’asta con l’aggravante dell’abuso d’ufficio, l’ex presidente di “Salerno pulita” Antonio Ferraro e Felice Marotta, già dirigente del Comune. Poi gli imprenditori titolari di cooperative sociali salernitane, come i vertici della coop San Matteo, già al centro di polemiche per le pressioni esercitate sui lavoratori per indurli al voto alle ultime amministrative.  Tra gli atti della Procura di Salerno c’è anche una cena del 16 febbraio 2020 organizzata da Zoccola (e pagata con la carta di credito della cooperativa) a cui ha partecipato anche il presidente della Regione Campania.

De Luca non è indagato, ma è ripetutamente citato. Oltre all’episodio della cena, due mesi dopo la vittoria alle amministrative, Zoccola ha chiamato Giuseppe Polverino, autista e collaboratore del governatore chiedendo conferma del contatto tra Savastano e De Luca per i fatti riguardanti le cooperative. Polverino: “Lo chiamasse (a De Luca) lui (Savastano) direttamente, tanto ha il suo numero di telefono” – si legge sul quotidiano “Domani”.

Il sistema deluchiano

Non è la prima volta che gli ingranaggi del sistema deluchiano finiscono sotto i riflettori. Ciro Verdoliva, direttore Asl Napoli 1 è stato rimandato a giudizio nell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Romeo”, un sistema messo in piedi dall’imprenditore Alfredo Romeo insieme a funzionari pubblici per trarre vantaggi sugli appalti. Poi, durante l’emergenza Covid-19, è entrato al centro del filone investigativo sulla sanità. Insieme a lui, il consigliere regionale Luca Cascone (lista “De Luca presidente”) e Roberta Santaniello, esponente dell’ufficio gabinetto della Giunta regionale della Campania e dell’Unità di Crisi. Ancora, Enrico Coscioni, ex consigliere per la Sanità del presidente De Luca è stato coinvolto in un’indagine della procura di Napoli sulle pressioni esercitate nei confronti di tre manager della Sanità per indurli a dimettersi. A settembre di quest’anno condannato a due anni di reclusione con pena sospesa per l’accusa di violenza privata tentata e continuata, aggravata dall’abuso di potere. Maria Luigia Iodice, in lista con “Noi campani”, pur non essendo mai stata indagata, frequentava stabilmente – come riporta il settimanale “L’Espresso” – Angelo Grillo, ras dello smaltimento illecito dei rifiuti dei Belforte, clan di Marcianise.

Intanto il governatore, con il suo lanciafiamme, riesce ad attraversare inchieste giudiziarie come il migliore degli strateghi. L’inchiesta della Corte dei Conti sui fondi agli ospedali privati e quella sulle irregolarità negli appalti per la costruzione dei tre ospedali Covid di Napoli, Caserta e Salerno sono solo alcune, le ultime, che lo vedono coinvolto. Fortuna, furbizia o potere vuole che lui resti indenne, giuridicamente e politicamente.

Giorgia Scognamiglio

Fuori dal Silenzio

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