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Home Attualità Lettera al Direttore: La morte di mia nonna e i dubbi sulla vaccinazione anti Covid

Lettera al Direttore: La morte di mia nonna e i dubbi sulla vaccinazione anti Covid

Gentile Redazione,

dopo aver letto la testimonianza del professionista di Parma e di come la vaccinazione anti Covid abbia velocizzato la malattia di suo padre, voglio portare anche la mia testimonianza.

Voglio raccontare di mia nonna, una persona anziana, ma a parte qualche problema di memoria, in perfette condizioni di salute, senza nessuna delle patologie croniche che caratterizzano questa fascia di età, come diabete e ipertensione, al punto che a parte qualche integratore, non assumeva farmaci.

Veniamo all’anno prima del Covid.

Mia nonna fa una brutta caduta in casa e si rompe il femore, oltre a procurarsi un trauma cranico. All’ospedale deve sottoporsi a una trasfusione per il sangue perso nella caduta e a un intervento alla testa del femore. I medici sono preoccupati per l’anestesia, data l’età, ma lei supera brillantemente l’intervento perché, a detta degli stessi medici “ha il cuore forte”.

Tuttavia, in seguito alla caduta, mia nonna non vuole più camminare. Teme di cadere di nuovo e si alza solo per andare in bagno, con a fianco qualcuno. Si decide così trasferirla in una struttura per anziani convenzionata. Arriva il Covid e tutte le regole e restrizioni di cui tutti sappiamo.

Io e tutta la mia famiglia scegliamo di non sottoporci ad alcuna vaccinazione contro il Covid.

Fortunatamente, ce lo siamo potuto permettere senza cedere a ricatti o incorrere in sospensioni dal lavoro. Per mia nonna è diverso: in struttura è “obbligatoria”, quindi firmiamo il consenso per l’inoculazione.

Con la prima dose Pfizer tutto bene. Con la seconda iniziano i problemi, e i dubbi.

Da non vaccinati non ci era consentito andarla a trovare, quindi di valutare il suo stato di salute. Ci viene comunicato che è stata portata in ospedale. Ha un braccio molto gonfio (guarda caso quello dell’iniezione), dicono che potrebbe esserselo rotto.

Ci chiediamo come sia possibile, visto che mia nonna non si muove dalla sedia a rotelle ed è tutt’altro che una persona dalle ossa fragili.

Le sue solo grosse e robuste, esami alla mano, non soffre nemmeno di osteoporosi.

All’ospedale non si entra, soprattutto per chi ormai viene additato come “novax”.

Per un giorno intero proviamo a telefonare, senza ricevere risposta né capire che cosa ha, in quale reparto è ricoverata, la diagnosi ecc.

Dopo due giorni, la struttura ci comunica che è stata dimessa.

Chiediamo aggiornamenti e se aveva effettivamente il braccio rotto.

Qui le rispose sono sempre più vaghe e imbarazzanti (credo perché sanno benissimo quale sia la nostra opinione su questi “vaccini”). Prima dicono che non le hanno fatto la Tac perché “non collaborava”.

In che senso? Ci chiediamo.

Poi ci dicono che le hanno tolto dal braccio tre siringhe di liquido e le hanno dato una cura di eparina.

E qui cominciamo a capire quello che loro non hanno il coraggio di ammettere: una probabile tromboflebite conseguente alla seconda dose.

Ma andiamo avanti.  Nella struttura, nonostante tutti vaccinati e sottoposti a tamponi quotidiani, scoppia un focolaio Covid.

Gli anziani ospiti, tutti con tosse e febbre, vengono isolati nelle loro stanze. Chiediamo di mia nonna.

Ci dicono che lei è positiva, ma è l’unica asintomatica.

Stiamo tranquilli, il focolaio si spegne, ma ancora non possiamo andare a trovarla.

Speriamo nell’estate (siamo nei primi mesi del 2022).

Arriva il momento della terza dose e ovviamente l’obbligo per gli over 50. I miei over 50 decidono comunque di non vaccinarsi.

Nessuno ci chiede ulteriori autorizzazioni per la terza dose a mia nonna, ma gliela fanno, vale il silenzio assenso e l’obbligo statale.

Arriviamo al 5 giugno 2022: ci chiamano per dirci che mia nonna è deceduta.

Malore improvviso.

Seduta a tavola subito dopo aver finito di pranzare, il medico non fa nemmeno in tempo ad arrivare e nemmeno l’infermiera dalla stanza accanto. Se ne va così. Almeno, senza soffrire.

Voglio scrivere anche il finale: abbiamo rivisto mia nonna nella bara.

Aveva una gamba e una mano nera, di cui nessuno ci aveva parlato.

Ovviamente, non c’è nessuna certezza che a innescare tutto questo sia stata la vaccinazione, ma ho voluto comunque raccontarlo, perché il dubbio che mia nonna avrebbe potuto vivere qualche anno in più continuiamo ad avercelo.

Grazie per l’attenzione.

LETTERA FIRMATA

LINK

https://www.gazzettadellemilia.it/salute-e-benessere/item/38994-l-appello-di-cristiano-%E2%80%9Ci-vaccini-anti-covid-hanno-inciso-sulla-morte-di-mio-padre,-%C3%A8-ora-di-testimoniare%E2%80%9D

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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