L’astinenza sessuale nel medioevo era una virtù in certi periodi dell’anno. Niente sesso tra coniugi a Natale, Pasqua, Pentecoste e Assunzione.
Fino al XII secolo inoltre l’unica posizione accettabile era quella del missionario, la più adatta alla procreazione, mentre la posizione con la donna sopra non soltanto era peccato ma secondo medici e teologi causava la follia.
Piangere ai funerali era una vera e propria professione nell’Antica Roma.
I funerali erano molto pittoreschi, si facevano processioni lungo le strade della città, e più il defunto era un uomo importante, più la partecipazione al rito era numerosa.
Le famiglie “nobili” pagavano delle “attrici”, le cosiddette prefiche, per esternare il loro dolore.
Queste donne si sfiguravano il viso, si strappavano i capelli e urlavano dalla disperazione, tanto che alla fine quest’usanza venne vietata.
La pornografia invece, era considerata di buon gusto nell’Antica Roma.
A Roma si credeva che il sesso fosse un regalo di Venere, il fallo inoltre era considerato un simbolo di buon auspicio.
In occasione della festa del dio Liber veniva portato un fallo in processione attraverso i campi come forma di scongiuro. E i fascini, ossia piccoli amuleti a forma di fallo da indossare o da appendere erano diffusissimi.
Il bouquet della sposa?
Serviva per coprire il cattivo odore che emanavano le donne. Dimenticatevi lo splendore dei palazzi nobiliari, alla corte di Versailles non ci si lavava.
L’acqua, a detta dei medici, apriva i pori della pelle attraverso i quali potevano entrare gravi malattie.
I profumi venivano usati dai ceti nobiliari proprio per coprire gli odori che emanavano i corpi, ma il vero problema erano le elaborate acconciature che richiedevano ore di preparazione.
Le donne le mantenevano per mesi, senza ovviamente mai lavarle. I parassiti e i pidocchi erano un tormento con cui convivere, tant’è che il gesto di spidocchiarsi l’un l’altro era considerato un gesto di tenerezza e deferenza.
Lo sterco era considerato un prodotto di bellezza: le donne romane utilizzavano preparati a base di sterco di coccodrillo, che aveva un effetto sbiancante sull’epidermide.
Nell’Antica Grecia invece, si credeva che gli escrementi di coccodrillo avessero un’azione contraccettiva, mentre nell’Antico Egitto veniva utilizzato per pulire le ferite.
Nausee, mal di testa, stanchezza e capogiri?
Se aveste vissuto nel medioevo, i vostri sintomi sarebbero stati effetto della possessione demoniaca.
I medici per scacciare lo spirito maligno, praticavano un foro sulla testa dei malcapitati, mentre nell’Ottocento le febbri erano curate con salassi e sanguisughe.
La terapia si concludeva solamente quando il paziente cominciava a perdere i sensi.
Nell’ottocento invece l’isteria era una delle diagnosi più diffuse per curare una vera e propria “malattia: il piacere femminile.
Una delle cure più diffuse era la cosiddetta cura del riposo: le donne venivano segregate in casa, al buio e private di contatti con il mondo esterno.
Sempre nel XIX secolo alcuni illustri medici inglesi e parigini identificarono nell’eccitazione la causa dell’isteria e di tutti gli altri sgradevoli comportamenti femminili che tale malattia comportava.
Così ritennero opportuno risolvere il problema alla radice: asportando la clitoride delle loro sfortunate pazienti.
G. Middei