Nell’estate italiana de: “andrà tutto bene”, i “migliori”, pensano a regalare denari dei cittadini, a botte di 100 milioni di euro, per sostenere l’acquisto di vaccini per i Paesi poveri.
Nel silenzio pre-ferragostano, i nostri politici, si sono adoperati con una velocità doppia a quella del suono, per far pubblicare in Gazzetta, un provvedimento, il N. 115 che riportava: “Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”.
Oltre a tutto quello che può essere utile per lo scopo del provvedimento, leggendolo, emerge l’art. 24 a pag. 105 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 agosto, questo comma b) che recita: “al contrasto della pandemia di COVID-19, tramite un finanziamento a dono di 100 milioni di euro nel 2022 alla GAVI Alliance, organizzazione facente parte dell’1c-cess io COVID-1Y Tools Accelerator (ACT-A). Per l’acquisto dei vaccini destinati ai Paesi a reddito medio e bassi tramite il COVAX Advance Market Commitment”.
Sicuramente è giusto fare i buoni samaritani e aiutare il prossimo, ma come mai proprio ora in un contesto estivo, di crisi spaventosa per il nostro Pease, utilizzare questi fondi per far fatturare le case farmaceutiche anziché aiutare le nostre aziende, e poi, cosa è davvero il GAVI?
La GAVI Alliance (precedentemente Global Alliance for Vaccines and Immunisation) è un ente di cooperazione mondiale tra soggetti pubblici e privati.
La GAVI nasce nel 2000, quando la distribuzione dei vaccini ai bambini nelle parti più poveri del mondo aveva cominciato a diminuire e recentemente abbiamo scoperto che al Global Vaccine Summit il 4 giugno 2022, viene lanciato questo strumento di finanziamento innovativo che sosterrà la partecipazione di 92 economie a basso e medio reddito alla COVAX Facility, consentendo l’accesso a dosi finanziate da donatori di vaccini COVID-19 sicuri ed efficaci.
Strumento finanziario nel quale non potevano mancare una banca, la The World Bank e una fondazione che guarda caso è sempre la stessa degli onnipresenti “Zii d’America” Bill e Melinda Gates assieme alle Nazioni Unite e Unicef.
In questo slancio di solidarietà vale la pena di chiedersi il perché di questa attenzione ai più poveri ed emerge la riflessione che forse vi è un gran bisogno di smaltire dosi comprate in abbondanza, oppure forse, si vuole provare a creare un nuovo tipo di “consumatori passivi”.
Deve essere molto triste per questi “samaritani” non riuscire ad elaborare una nuova “norma” per soddisfare i desideri di profitto di big Pharma, vedendo da più parti e, riportato ormai in molti studi scientifici internazionali accreditati, lo sminuirsi del loro prodotto, così da costringerli a crearsi pure un nuovo mercato di acquirenti.
Ed ecco che spunta la “genialata”, lanciare il talebano sanitario ancora al potere, Speranza che, profeta di sventure, al Meeting di Rimini rilancia la sua visione totalitaria delle nostre libertà costituzionali, preannunciando un “autunno di terrore”.
Poco importa se l’amarezza rimane nel loro “circo magico”, diverso è invece, quando si usano soldi pubblici dei contribuenti, “spostandoli” a piacimento, su capitoli di bilancio che nulla hanno a che fare per il bene del Paese, anzi sottraggono possibilità di aiuti in settori strategici per il rilancio del medesimo.
Questa volta però il “cartello del terrore” che ha discriminato la società italiana, non potrà impedire di far entrare nelle urne il voto di chi non si è piegato al ricatto del lascia passare, sperando di vedere lui e i suoi “compagni” definitivamente a casa per far ripartire la fiducia nel “sistema Paese”.
Andrea Caldart
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